Le opere di Iller Incerti alla Galleria Berman
Verrà inaugurata il 3 marzo, alle 16.30, e resterà visitabile fino al 2 aprile, dal mercoledì al sabato, dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 16 alle 19, presso la Galleria Berman, nella sede espositiva, in via Arcivescovado, 9 a Torino, la mostra con 32 opere di Iller Incerti dal titolo: “Il mondo visto con gli occhi di Iller Incerti”. Catalogo a cura della critica d’arte dottoressa Carla Bertone.
L’arte di Incerti si caratterizza per una forte ricerca di temi e forme, ispirati al reale, al quotidiano ma, anche, ai grandi drammi dell’umanità, che l’artista esamina e analizza dal punto di vista cromatico.
Una vera “autopsia del colore” per elaborare volti e oggetti.
L’opera viene sovrascritta di segni. Un linguaggio ancestrale che, fuoriuscendo dall’immagine in modo tridimensionale, crea uno scollamento visivo tra il soggetto e lo sfondo. L’oggetto viene decontestualizzato, inserito in ambientazioni neutre, vuote, svincolato dalla funzione d’uso. L’artista crea così collezioni di opere suddivise per tema che, negli anni, reinventa con ulteriori interventi. Paesaggi dai colori virati, opere d’arte texturizzate e ricolorate, ritratti di donne rivestite di segni, scarpe, orologi, borse e cappelli: simboli di una bellezza eternata dall’artista attraverso un linguaggio per immagini che reinventa in un dialogo senza fine. L’arte digitale, pur nella sua immediatezza, necessita, oltre che di capacità informatiche di base, anche di conoscenze specifiche quali pittura dinamica, computer grafica, pixel art e foto-pittura.
Tutto questo continuamente aggiornato sui più recenti pad digitali e tablet grafici. Soprattutto, questo mezzo espressivo necessita di basi tecniche che l’artista ha acquisito verso la fine degli anni ’80 all’Accademia di Belle Arti di Bologna. Durante il suo percorso di studi accademico, Iller Incerti si destreggia fin dall’inizio con le tecniche dell’incisione, modificando il risultato delle immagini con la stampa xilografica su materiali poveri. In seguito, questi vengono scansionati, lavorati nuovamente e ristampati in un processo che si attua più volte aggiungendo segni ad immagini, colore a tramature.
Con l’avvento della computer grafica e dell’arte digitale, intorno al 2002-2003, l’opera viene lavorata a video. Anche qui il processo continua dopo diverse fasi di stampa e scansioni inframmezzate da interventi manuali, per poi sfociare nel digitale puro solo recentemente, dopo aver acquisito conoscenze e capacità tecniche complesse che esaltano il risultato e lo rendono metafisico, virtuale, apparente, illusorio e plastico. Ogni immagine virtuale, ogni frame, ci permette di viaggiare nel tempo, nello spazio, nella storia, ma è un processo che ha origine dentro di noi. Le immagini risvegliano delle suggestioni che ciascuno di noi interpreta in chiave personale, a seconda dell’emozione suscitata.
Ingresso gratuito e nel rispetto delle normative Anti-covid19. Durante l’apertura del 3 aprile dalle 16,30 alle 19 sarà presente l’artista.