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"Guercino. Il mestiere del pittore", la mostra ai Musei Reali: 10 sezioni tematiche e 100 opere tra cui 2 dipinti inediti

Fino a luglio alle Sale Chiablese

La mostra "Guercino. Il mestiere del pittore" presso le Sale Chiablese dei Musei Reali di Torino, aperta dal 23 marzo al 28 luglio, offre un'immersione nell'arte del Seicento attraverso l'opera di Giovanni Francesco Barbieri, noto come il Guercino. Più di 100 lavori, tra cui pezzi provenienti da prestigiose istituzioni come il Prado e il Monastero dell’Escorial, delineano il talento del Maestro emiliano e la vita dei suoi contemporanei.

Tra i pezzi esposti, spicca il ciclo di dipinti commissionati da Alessandro Ludovisi, arcivescovo di Bologna e dal 1621 papa Gregorio XV, che tornano insieme dopo quattro secoli. La mostra, curata da Annamaria Bava e Gelsomina Spione, con il supporto di un comitato scientifico di alto profilo, è un evento culturale di rilievo che celebra il Guercino e il suo impatto sull'arte del tempo, evidenziando la professione del pittore nel contesto storico e artistico del Seicento.

Guercino, grazie a una strutturata bottega e alla ricchissima documentazione lasciata, alla rete di mentori e intermediari, ai rapporti con tanti e diversi committenti - richiesto come fu da borghesi, nobili, pontefici e prelati, ma anche dalle più prestigiose corti europee - diventa l’exemplum perfetto della vita, dell’iter creativo e del mestiere di ogni pittore. Le importanti opere riunite a Torino nell’occasione - inclusi due dipinti inediti di collezioni private e le tele che permettono lo straordinario ricongiungimento dopo 400 anni del ciclo Ludovisi - sono dunque particolarmente significative per questo racconto, sviluppato in 10 sezioni tematiche tra confronti, parallelismi, testimonianze.

Si parte dalla presentazione dell’artista. Guercino ci appare, circa quarantenne, e con gli strumenti del mestiere, nel raro Autoritratto della Schoeppler Collection di Londra che ben introduce al percorso: un’opera intima e privata che proprio per questo non risulta nel suo famoso “Libro dei conti”, ma che testimonia il carattere di un uomo fiero e semplice a un tempo. E poi la fase della formazione con lo studio di opere e di grandi maestri quali Ludovico Carracci, Ippolito Scarsella detto lo Scarsellino e Carlo Bononi; quindi l'incontro con la realtà e la spiccata vocazione per il quotidiano che nei primi anni apre alle opere di paesaggio. 

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