“Gruppo di famiglia in uno schermo” al Cinema Massimo
Il gruppo universitario “Fantasmagoria” presenta il terzo appuntamento della rassegna “Gruppo di famiglia in uno schermo” al Cinema Massimo, il 12 novembre alle 21.00. Il nostro nome è un riferimento al cinema delle origini e strizza l'occhio all'analisi metacinematografica, perno di tutti i nostri progetti. Siamo Aurora Saldi, Davide Tiberga, Federico Salvatore, Irma Benedetto e Vladimiro Labate, cinque studenti dell’Università di Torino appassionati di cinema.
Abbiamo partecipato (e vinto!) al bando “Giovani programmatori per giovani spettatori” indetto dal Museo Nazionale del Cinema di Torino e dall'Università degli Studi di Torino nell’autunno del 2016 e abbiamo realizzato, l’anno successivo, una prima rassegna dal titolo “DiVisione in Visione”, ottenendo un buon successo di pubblico. Quest’anno abbiamo pensato a una nuova rassegna che ha nella famiglia il punto centrale della proprio riflessione. La rassegna, infatti, presenta lungometraggi che mostrano il microcosmo familiare in rapporto con il macrocosmo sociale, il contesto politico, la Storia. In tutti i film si può notare la riflessione sul ruolo paterno e sulla crisi della maschilità.
La prima proiezione si è tenuta il 24 settembre con il bellissimo film d'esordio della regista austriaca Sandra Wollner, “The Impossible Picture” e il cortometraggio di Ingmar Bergman dedicato alla madre, “Il volto di Karin”. Il secondo appuntamento ha visto la proiezione de “La famiglia” di Ettore Scola il 22 ottobre. Il terzo film proposto è “A History of Violence” di David Cronenberg (USA 2005, 95′, HD, col., v.o. sott.it.) Tom (V. Mortensen) è un uomo tranquillo. Vive e lavora in una cittadina e la sera torna a casa dalla moglie avvocato e dai due figli. Quando un giorno uccide due rapinatori per legittima difesa, la sua faccia comincia ad apparire sulle pagine dei quotidiani e in televisione, e l’opinione pubblica ne fa una specie di eroe nazionale.
Cominciano così ad arrivare in città alcuni strani personaggi convinti che lui non sia altro che un loro collega scomparso misteriosamente molti anni prima. "A History of Violence" segna il ritorno di Cronenberg al cinema americano di genere. Adattamento di un'omonima graphic novel, la pellicola è allo stesso tempo un thriller tesissimo e una profonda indagine psicologica, oltre che una riflessione sulla violenza che la civiltà occidentale ha rimosso ma non abbandonato. David Cronenberg è forse il cineasta che più di tutti ha raccontato il corpo attraverso il mezzo-cinema.
Ossessionato da temi come la mutazione, la malattia e il contagio, negli anni '80 diventa il principale esponente del "body horror", con film di culto come "Videodrome" e "La mosca". Passa poi al cinema d'autore, realizzando alcuni dei più suggestivi adattamenti letterari degli ultimi trent'anni, come "Il pasto nudo" (tratto da Burroughs), e "Crash" (Ballard). Nel nuovo millennio è riuscito a conciliare le sue ossessioni con un cinema più tradizionale, rivoluzionando le carriere di divi dei franchise come Viggo Mortensen e Robert Pattinson. Nel 2018 è stato insignito del Leone d'Oro alla carriera.