Il Festival delle Colline Torinesi riparte dal Teatro Astra: tre gli spettacoli a ottobre
Il Festival delle Colline riparte al Teatro Astra con i tre spettacoli di ottobre. Dopo un’anteprima ad agosto e settembre nel cartellone di Summer Plays, la venticinquesima edizione del Festival delle Colline Torinesi - Torino Creazione Contemporanea (proposto in anomala forma estesa fino ad aprile 2021 a causa della pandemia) entra nel vivo nella consueta sede del Teatro Astra.
"Come out! Stonewall Revolution"
Il primo appuntamento è il 13, 14 e 15 ottobre con "Come out! Stonewall Revolution" di Margherita Mauro e Michele Rho, una produzione della Triennale Teatro di Milano. Lo spettacolo rievoca, in parallelo a una storia privata, le manifestazioni spontanee di rivolta cominciate il 28 giugno 1969 a New York che diedero vita al movimento per la difesa dei diritti degli omosessuali. Una data scelta non a caso dalle associazioni LGBTQI+ per la «giornata mondiale dell’orgoglio LGBTQI+ ovvero il Pride. Sono interpreti di Come out! Maria Roveran e Marcos Vinicius Piacentini, la regia è di Michele Rho. "Dobbiamo ricordarci - scrivono i due autori - che i diritti non sono un’eredità acquisita, ma qualcosa che deve essere riconfermato quotidianamente".
"Una vera tragedia"
Il 20 ottobre va in scena in prima nazionale "Una vera tragedia", spettacolo vincitore del Premio Scenario 2019, produzione LAC Lugano Arte e Cultura in coproduzione con Teatro i. Ne sono interpreti Alessandro Bandini, Flavio Capuzzo Dolcetta, Alfonso De Vreese, Marta Malvestiti, la regia è firmata da Alessandro Bandini e Riccardo Favaro, che ha anche scritto il testo. Una commedia che si trasforma in tragedia, un giallo sempre più enigmatico, con sottotitoli che sembrano animati di vita propria. Insomma, un gioco crudele sui generi teatrali.
"Nel lago del cor"
Terzo appuntamento autunnale presentato in prima assoluta il 23, 24 e 25 ottobre è "Nel lago del cor" di e con Danio Manfredini, musiche composte ed eseguite dal vivo da Francesco Pini. I disegni sono dello stesso Manfredini. Lo spettacolo viene prodotto da La Corte Ospitale. Il titolo dello spettacolo, presentato dallo stesso Danio Manfredini, fa riferimento a un verso di Dante Alighieri nel primo Canto dell’Inferno: indica il luogo più intimo e profondo del sentire umano. Il progetto artistico nasce da una visita di Manfredini ad Auschwitz e da documenti fotografici e cinematografici sui campi di concentramento da lui trasformati in magnifici disegni prima ancora che in materia drammaturgica. Ci sono echi di Primo Levi, Hannah Arendt, Zalmen Gradowki, memorie di filmati d’epoca, film, fotografie. Ed è la musica ad accompagnare la discesa in quell’inferno, la ricognizione nel più grande scandalo della storia del XX secolo.
Il Festival delle Colline 25 completa il triennio dedicato al viaggio. Motivi di ispirazione sono i viaggi nelle biografie, nella storia, nella memoria, persino nella sperimentazione linguistica: quella che, definita «l’insoddisfazione della lingua», aveva caratterizzato i primi anni della manifestazione.