“Famiglie: mettiamoci la faccia!”, la mostra di Rosalba Castelli alla Regione Piemonte
Regione Piemonte e Associazione Artemixia, in collaborazione con CasArcobaleno, A.GE.D.O. Torino e Sicurezza e Lavoro, organizzano l’esposizione della mostra “Famiglie: mettiamoci la faccia!” dell’artista torinese Rosalba Castelli, nella Sala Mostre Regione Piemonte in Piazza Castello 165, che verrà inaugurata venerdì 23 marzo ore 17.30. La mostra rimarrà aperta fino all’8 aprile con orari dalle 09.00 alle 18.00.
Sarà presente all’inaugurazione Monica Cerutti, l’Assessora alle Pari Opportunità e Diritti Civili della Regione Piemonte che ha fortemente voluto che la mostra venisse esposta in quanto, ha dichiarato: “Essa rappresenta un urlo di protesta contro chi vorrebbe discriminare alcune forme di amore. Quella per l’affermazione dei diritti civili delle coppie omosessuali è una battaglia che non è stata ancora totalmente vinta. Molto è stato fatto, ma tanto ancora deve essere realizzato. La cultura è uno strumento fondamentale che può esserci utile a veicolare messaggi contro ogni forma di discriminazione. Regione Piemonte, oltre ad aver approvato una legge contro ogni forma di discriminazione, appoggia ogni forma di diffusione dei temi di pari opportunità.”
Il progetto dell’artista consiste in una raccolta di 20 ritratti e 20 fotografie: i volti di un campione rappresentativo di unioni che affermano il proprio sentirsi “famiglia”. L’obiettivo è quello di mostrare la bellezza contro cui si scagliano le fredde definizioni politico-giuridiche di nuova coniazione e sottolineare nella differenza – derivante dalla peculiarità di ogni legame e unione familiare – l’assenza di diversità.
L’artista ha chiesto a coppie di fatto e di conviventi, unioni omosessuali con o senza figli, famiglie allargate e mono-genitoriali, di posare, di “mettere la propria faccia” all’interno di una cornice che dichiara il loro essere “famiglia” e che si contrappone alla cornice “formazione sociale specifica” (definizione attribuita alle unioni omosessuali all’art. 1 comma 1 della legge 76/2016 sulle Unioni Civili) dentro la quale i soggetti indossano una maschera bianca, anonima e spersonalizzante.
“L’obiettivo che sto perseguendo attraverso questo progetto è quello di trasformare in senso positivo l’infelice formula e fare, dunque, formazione sociale in modo specifico, compensando il livello di disinformazione presente nella nostra società” dichiara Rosalba Castelli, che aggiunge “Non chiederò alla mia compagna di essere la mia formazione sociale specifica: le chiedo di essere la mia famiglia nel tempo, nella vicinanza, nell'amore." A corollario della mostra verranno organizzate performance, laboratori, momenti di incontro e dialogo.