Concerto "Paesaggi" dell'Orchestra Filarmonica di Torino
A giugno l’Orchestra Filarmonica di Torino lancia una nuova sfida ai suoi ascoltatori: dissociare il paesaggio dal senso della vista per ricondurlo all’udito e a tutto il vissuto corporeo può riportarci alla realtà concreta dell’esperienza del paesaggio. In questo modo non solo la natura, ma ogni sfondo di vita può trasformarsi potenzialmente in paesaggio: la memoria dei luoghi, le esperienze compiute, persino un patrimonio di idee può aspirare, in questo senso, a chiamarsi “paesaggio” in modo non solo metaforico. Ovunque si stabiliscano relazioni fra i diversi sensi assistiamo alla nascita di paesaggi mentali, onirici, storici, utopici, politici, da porre accanto ai paesaggi naturali...
Questi paesaggi l’Orchestra Filarmonica di Torino percorrerà a giugno, facendosi condurre nel viaggio da tre compositori. Si comincia con Oliver Knussen (1952) – uno dei più apprezzati compositori e direttori d’orchestra britannici di oggi – che, con i suoi Scriabin Settings, evoca, più che una Russia musicale riconoscibile, un paesaggio dell’anima, un caleidoscopio di sentimenti memorie e fantasie tradotte in colori sonori fugaci e potenti. Scriabin Settings è la trascrizione per orchestra (datata 1978) di cinque tarde miniature pianistiche di Scriabin che, rivestite da nuovo manto timbrico, risultano dolcemente trasformate.
Il concerto prosegue con la Sinfonia n. 31 “Parigi”, composta da un Mozart ventunenne che nella capitale francese sperava di trovare un impiego che gli permettesse di sfuggire dall’asfittica Salisburgo. Più che al gusto francese, questa pagina è indiscutibilmente legata alla prassi musicale parigina dell’epoca e alle abilità dell’ottima orchestra destinataria del brano (esemplare l’inizio, concepito per valorizzare la celebrata precisione dell’insieme negli attacchi).
L'occasione di scrivere una Sinfonia per la società del Concert Spirituel fu estremamente preziosa poiché rappresentò per Mozart un’opportunità per misurasi con un grande complesso orchestrale e con i canoni riconosciuti del sinfonismo parigino, ma allo stesso tempo per stupire il pubblico con la sua eccezionale abilità.
La serata si chiude con la Sinfonia “Italiana” di Mendelssohn che, a partire dallo scintillante tema iniziale, riflette l’esperienza del giovane compositore ma anche il suo immaginario, nutrito dalla lunga attesa dell’Italia, dei suoi colori, profumi, monumenti: «La musica, non l’ho trovata nell’arte stessa, ma nelle rovine, nei paesaggi, nella gaiezza della natura».
Per questo concerto l’Orchestra Filarmonica di Torino si affida alla bacchetta del suo primo direttore ospite Christian Benda. Una straordinaria e particolarissima intesa lega, ormai da tre stagioni, l’Oft a Benda, testimoniata anche dall’incisione pubblicata recentemente da Naxos di Le Portrait musical de la Nature ou Grande Symphonie di Knecht, brano eseguito in concerto lo scorso giugno.