
C'era una volta, un decadente palazzone di Toronto, un posto dove la gente avrebbe aspettato mesi o anni per vedere accolta la propria richiesta di asilo che gli consentisse di lavorare, un posto che è difficile definire invitante. Il rumore dei treni sferza l'aria scuotendo il fianco del grosso edificio, la polizia si apposta nelle ascensori per evitare che i ladruncoli s'intrufolino negli appartamenti diroccati, sui terrazzi sventolano spesse reti di protezione, un promemoria per le persone a non saltare. Un luogo di disagio, forse, ma anche di fantasia, dove l'attesa offre terreno fertile per leggende, favole e sogni. E così gli abitanti amerebbero ripetersi storie, dalla storia del cane lasciato morire di fame in un appartamento vuoto, alla storia del figlio dell'avvocato, arrivando alla storia del ragazzo che si svegliò trasformato in un uccello.