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Cinema

“Io e mio fratello”, il docu-film di Abdelmjid El Farji

Lancio della campagna internazionale online di crowdfunding e della performance artistica che costituirà la scena conclusiva del film

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di TorinoToday

Magid e Hicham sono due fratelli marocchini arrivati a Torino, il primo nel 2009 e il secondo nel 2005. Sono due studenti. Nel 2012 sono stati vittima di un atto di razzismo presso una struttura universitaria. Da qui parte il docu-film che è insieme una risposta artistica e  una terapia personale del regista a quel gesto che ha segnato una parte della vita dei due fratelli, tanto che Hicham decide di tornare in Marocco.

Il documentario si snoda tra Torino e il Marocco dove Magid è tornato per raccontare il viaggio di suo fratello.

Il finale è ancora aperto: l’ultima scena sarà girata il 21 marzo in piazza Palazzo di Città, al centro di Torino. La piazza del municipio sarà il palcoscenico di una performance teatrale che racchiuderà in sé tutto il significato del lavoro di Magid. L’evento è aperto a tutti i torinesi: anche gli spettatori, infatti, diventeranno parte stessa del lungometraggio. Lo scopo dell’artista è quello di rendere il pubblico parte attiva del suo progetto che è allo stesso tempo un lavoro di sensibilizzazione sulla tematica del razzismo.

La performance:

All’evento, che chiuderà il docu-film, partecipano numerose associazioni che sul territorio e nel quotidiano si occupano di razzismo. Accanto a Magid e a suo fratello, che per il finale del lungometraggio tornerà dal Marocco, ci saranno altri ospiti, vittime, come il regista, di episodi di razzismo. Anche la data non è scelta a caso: il 21 marzo è la giornata internazionale per l’eliminazione della discriminazione razziale. Il pubblico che vuole partecipare alla performance è invitato ad indossare abiti di colore bianco.
Questo evento che si intitola “Io e mio fratello a casa nostra”, segna anche l’inizio di un nuovo progetto del regista: la creazione, a Torino, di un centro multietnico, culturale e religioso che accolga credenti e non di tutti le confessioni.

Una campagna di crowdfunding internazionale:

Il film si finanzia dal basso. E’ stata lanciata una campagna di crowdfuding internazionale tramite la piattaforma Indiegogoo. La raccolta è partita il 19 marzo e  durerà 60 giorni. L’obiettivo è raggiungere la quota di  99 mila euro, che corrisponde al 49,75% del budget dell’intero film. Si può partecipare donando da 2 a 10.000 euro.

Il film e l’evento del 21 marzo sono stati organizzati con la collaborazione del Piccolo cinema dove il regista ha iniziato a scrivere la sceneggiatura e con l’aiuto di diverse associazioni e realtà: Associazione Museo Nazionale del Cinema, Film Commission Torino Piemonte,  Amnesty International; Cecchi point-hub multiculturale,  Associazione Riccardo Braghin, Videocommunity, ArTeMuda; Associazione 0.3, INARA, Angi, associazione nuova generazione Italo-Cinese.

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