"Camille", performance teatrale di Astra Lanz al Manifesto Blanco
In una prospettiva sinergica che mescola arte, teatro e vita, Manifiesto Blanco propone nei suoi spazi, giovedì 7 febbraio alle 21, in anteprima assoluta a Milano, la performance teatrale Camille - ideata ed interpretata da Astra Lanz, con musiche dal vivo di Pitti Caspani e le coreografie di Natasha Mordovkina - tratta dalle lettere scritte dalla scultrice francese Camille Claudel (1864-1943), prima e durante l’internamento in manicomio dove ha trascorso gli ultimi trent’anni della sua vita.
Questo epistolario rappresenta un viaggio non tanto nella sua storia quanto nel suo mondo interiore attraverso le sue passioni, i confitti, le modalità di reagire alla vita. La selezione in sequenza della corrispondenza procede per associazioni, il gesto fisico che consegue alla parola sorge da sé nell’interprete, il medesimo che si scorge in alcune sculture della Claudel, quasi fossero fonti indirette - e sullo sfondo - della ricerca estetica dell’attrice.
Camille offre agli spettatori di partecipare a questa “possibilità espressiva” totale, un’interpretazione teatrale che connette il modellare, quindi l’arte plastica, alla danza e alla recitazione, nonché alla musica dal vivo. L’interpretazione di Astra, il suo muoversi nello spazio tra frammenti terrosi e lacerti di tessuti di lino, seguendo e facendosi carezzare dal fascino sonoro delle composizioni musicali e plasmando la materia argillosa che vive e si disgrega tra le sue mani appassionate, restituisce con acume e visionarietà il valore della grande scultrice, “preda” del proprio genio irregolare, così ancorato ai sensi e al sapere, còlto da intelligenze raffinate.
Camille Claudel fu interprete sottile e consapevole di un’arte che a cavallo tra Otto e Novecento aprì le porte alla Modernità e immagine di una tipologia umana e femminile che cercava la propria libertà, dirompente e totalizzante, allora poco compresa soprattutto da chi le stava più vicino. E Camille è un caleidoscopio di immagini danzanti che ne vivifica la memoria, l’umanità, la bellezza e il daimon potente, esuberante e tragico della creazione artistica.