In scena c'è la bisbetica domata
A Piossasco va in scena "La bisbetica domata". Ecco la casa del ricco Battista, padre di Caterina e di Bianca, il quale è assillato da pretendenti che ambiscono alla mano di quest'ultima, e disdegnano quella della impossibile e caratteriale Caterina, pur bella e giovane, ma collerica, prepotente, e svelta di lingua, perciò bisbetica. Battista pone come condizione alle nozze della dolce Bianca, prima il matrimonio della sorella maggiore, cosa che appare quasi impossibile. Due pretendenti, Gremio e Ortensio, conoscono un tale di Verona, di nome Petrucchio, bisognoso di quattrini, che potrebbe farsi avanti per sposare Caterina. Costui, maschio fino a oltre il midollo, si presenta e accetta di impalmare la bisbetica. Il duello si fa subito aspro e i due " fidanzati" vengono allo scoperto; lei si comporta da arrabbiata e rifiuta di avvicinare Petrucchio, e lui inizia a domare la puledra con una condotta allegra, stravagante, fissando addirittura la data del matrimonio. Quando il giorno fatale arriva, Petrucchio si presenta in ritardo, vestito in qualche modo, e subito dopo la celebrazione se ne invola con lei. Le avventure si susseguono con la privazione a Caterina degli abiti e del cibo, con umiliazioni cocenti e spassosi comportamenti da parte di Petrucchio, che, bruscamente, le fa capire quanto deleterio sia il suo modo di fare e come si soffre quando si viene trattati male. Shakespeare fa dire ai servi: " la fa bollire nel suo stesso brodo" . Intanto, Bianca è irretita da Lucenzio, un altro pretendente che per avvicinarla si è travestito da maestro di musica, e se ne innamora, fino al punto di sposarlo senza il consenso paterno. Finalmente, la cura pedagogica di Petrucchio nei confronti di Caterina sembra sortire i suoi effetti, e la prova si ha allorché egli sfida i mariti di Bianca e di una vedova, sposata da un rassegnato Ortensio, a farsi obbedire dalle rispettive consorti. Le due signore se ne infischiano degli ordini maritali, Caterina invece è fedele al suo Petrucchio e docilmente lo asseconda. A chiusa del lavoro, c'è l'apparizione di Vincenzo, padre di Lucenzio, che pone la parola fine alla divertente e saggia favola del grande Bardo