Ando Gilardi, le foto dell'Italia tra gli anni 50 e 60 alla Gam
La Gam di Torino, dal 15 marzo al 16 giugno, presenta negli spazi della Wunderkammer la mostra dedicata ad Ando Gilardi (1921 – 2012), fotografo e fotoreporter di denuncia nell’Italia del dopoguerra, attraverso una selezione di scatti eseguiti tra il 1950 e il 1962. Il progetto espositivo, realizzato in collaborazione con la Fototeca Gilardi, rappresenta una novità rispetto alle mostre fotografiche dei circuiti principali ed è anche l’occasione per valorizzare il recupero e la digitalizzazione dell’importante collezione di negativi del fondo Ando Gilardi Reporter, portato a termine nel 2017 da ABF - Atelier per i Beni Fotografici di Torino.
Ando Gilardi, nato nel 1921 ad Arquata Scrivia in provincia di Alessandria, nato Aldo, poi ribattezzato Ando da partigiano, è stato fotografo, giornalista, storico e critico della fotografia, noto per la sua riflessione sulla valenza e sul potere dello scatto quale documento, tesi sulla quale consacrò studi e ricerche, condivise attraverso numerose pubblicazioni e riviste da lui fondate o dirette.
L’interesse di Ando Gilardi per la fotografia nasce nell’immediato dopoguerra quando, rientrato a Genova dopo aver passato con i partigiani il periodo del conflitto, fu reclutato nel laboratorio di riproduzione fotografica dalla Commissione Interalleata per la Documentazione dei Crimini di Guerra a supporto del processo di Norimberga. Militante del Partito Comunista fu giornalista de L’Unità, Vie Nuove e anche del settimanale sindacale Lavoro. Proprio per Lavoro Gilardi iniziò a realizzare i servizi fotografici a supporto visivo per i suoi articoli di inviato in Italia, fra il 1950 e il 1962.
La mostra è composta da una selezione di 55 immagini, in prevalenza istantanee prese nei luoghi di occupazione e nelle abitazioni, a documento delle condizioni di lavoro e di vita degli operai, dei braccianti agricoli e delle rispettive famiglie. In misura minore gli scatti riguardano situazioni di manifestazioni o dimostrazioni sindacali come scioperi, occupazioni di fabbriche o terre, oltre a momenti ludici e di svago, a testimonianza della ripresa del paese. A corredo dell’esposizione sono presenti una serie di documenti e rotocalchi originali che accompagnano il visitatore in un viaggio alla scoperta della ricchezza dell’archivio del fotografo