- Dove
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Quando
- Dal 03/11/2017 al 07/01/2018
- Orario non disponibile
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Prezzo
- 6,50 euro; ridotto 4,50 euro
- 6,50 euro; ridotto 4,50 euro
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Altre Informazioni
- Sito web
- castellodirivoli.org
Cécile B. Evans, vincitrice del Premio illy Present Future 2016 con l’opera What the Heart Wants (Ciò che vuole il cuore), 2016, presenta una nuova versione dell’opera Amos’ World: Episode One (Il mondo di Amos: Episodio Uno), 2017 nella sala progetto della Manica Lunga, dal 3 novembre 2017 al 7 gennaio 2018.
A partire dalla relazione tra essere umano e nuove tecnologie, l’artista si sofferma sul valore delle emozioni nella società contemporanea indagando le nuove forme della soggettività umana. Amos’ World è una video installazione, concepita come uno show televisivo in tre episodi. Il primo episodio introduce Amos, un architetto che è una via di mezzo tra Il piccolo principe di Antoine de Saint-Exupéry e l’archetipo del “patetico uomo bianco” secondo l’artista. Amos è costretto a confrontarsi con gli inquilini del complesso abitativo da lui progettato, che non si comportano secondo le sue aspettative. Cominciano a incrinarsi le relazioni creando una situazione che mina la sua visione della struttura abitativa nella sua dimensione comunitaria e individuale.
L’artista belga e americana, residente tra Londra e Berlino, ha già all’attivo numerose mostre tra le quali nel 2016 la personale alla Tate Liverpool e la partecipazione alla 9° Biennale di Berlino. Il lavoro di Cécile B. Evans è stato scelto dalla giuria tecnica del premio riunitasi nell’ambito di Artissima 2016 e composta da Carolyn Christov-Bakargiev (direttore del Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli e GAM Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, Torino), Bart van der Heide (Curatore Capo, Stedelijk Museum, Amsterdam), Verena Hein (Curatrice, Museum Villa Stuck, Munich) e Nicoletta Fiorucci (collezionista e Presidente Fiorucci Art Trust), con la seguente motivazione: “Il lavoro di Cécile B. Evans offre una visione e una forma del futuro dove l’interfaccia tra la dimensione digitale e quella corporea è strutturata in modo da esplorare il suo impatto sullo sviluppo della soggettività umana”.
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