“13 grados sur”, film documentario: la proiezione dal vivo nello spazio esterno del Teatro Dravelli
Arriva al “Piccolo Cinema Online Edition” il documentario torinese “13 grados sur”, firmato dal giornalista Francesco Garello e dal videomaker Manuel Peluso in Perù. Il link del film verrà condiviso sulla pagina di "Il Piccolo Cinema di Torino" dalle 10 di martedì 16 giugno. Alle 21,30 dello stesso giorno, invece, sempre sulla stessa pagina FB, è prevista la diretta con i registi Francesco Garello, Manuel Peluso e la produttrice Anna Catella (Movimento Sviluppo e Pace ). I tre sono stati in Perù dove hanno documentato, filmando anche in zone proibite, la vita in alcuni paesi delle Ande.
In questi territori devastati dagli scavi delle compagnie minerarie multinazionali, il cambiamento climatico ha conseguenze dirette ed evidenti sulle comunità ancestrali. A rischio sono la sicurezza alimentare e lo stile di vita di queste popolazioni. L’impatto sociale e ambientale è devastante: intere comunità rurali rischiano di scomparire, schiacciate dalle grandi industrie minerarie e dal cambiamento del clima. Paradossalmente, è proprio la ricca tradizione di queste comunità che ci offre un'alternativa allo sviluppo dello sfruttamento.
Inoltre, dopo queste proiezioni online, dettate dall’emergenza sanitaria, è stata calendarizzata la prima proiezione "dal vivo" che si terrà in forma limitata (pubblico massimo 35 persone) nello spazio esterno del Teatro Dravelli, meteo permettendo, venerdì 26 giugno alle ore 21,15 (con ingresso riservato ai soci Arci). Il documentario torinese “13 grados sur” è prodotto da Movimento Sviluppo e Pace ed è l’esito del progetto “Faraway so close. Examples of (re) action on climate change” (“Così lontano, così vicino. Esempi di (re) azione al cambiamento climatico”), vincitore del secondo bando Frame, Voice, Report!.
Sinossi
Emisfero Sud, latitudine 13 gradi. Qui, sulle Ande peruviane a pochi chilometri da Cusco, antica capitale dell’impero Inca, l’aggravarsi delle condizioni ambientali fa da sfondo agli interrogativi di Alberto e Mauro, due indigeni Q’eros che si domandano perché la terra non dia più i frutti di una volta. Forse è colpa loro? Forse non si sono presi adeguata cura della Pacha Mama (la Madre Terra)? Poco distante intere montagne vengono sventrate in cerca di rame da alcune delle più grandi imprese minerarie del mondo. Il clima che cambia e la distruzione del paesaggio lasciano poche alternative alle popolazioni indigene delle Ande. Il film mette in luce il contrasto tra lo sviluppo “affamato di terra” e quello proprio di una cultura che sa che la terra non va sfruttata, ma accudita. Forse proprio nei semi piantati da un’antica tradizione si può trovare la speranza di domani: saremo in grado di ascoltare?