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Tares: a novembre la rata di conguaglio, se ne discute in Sala Rossa

"La Tares è un tributo locale ma è chiuso in una gabbia di norme decise centralmente e allora la politica non può sempre rifugiarsi in un'altra realtà, dove 'io non c'ero e se c'ero ero distratto'"

Preliminare indispensabile alla determinazione della tariffa Tares per cittadini e imprese, è il Piano finanziario che determina il costo totale per la Città, relativo alla raccolta ed al trattamento dei rifiuti. Sulla base del decreto 158 del 1999, l’intero costo dei servizi relativi ai rifiuti è coperto dal tributo e la tariffa è formata da una parte fissa e da una parte variabile che a loro volta sono diversamente modulate in base alla provenienza dei rifiuti. Quelli domestici sono il 45,68% del totale quelli non domestici il 54,32%.

La determinazione di tali costi, che è oggetto del Piano finanziario, oggetto di una delibera a sé, è complessa perché comprende il costo del contratto di servizio con Amiat e altri costi accessori che gravano sul bilancio cittadino, come, ad esempio, i costi di riscossione del tributo. Tale Piano Finanziario ammonta a 204 milioni di euro.

Questa la premessa dell’Assessore al Bilancio, Gianguido Passoni, al successivo dibattito sulla delibera concernente le tariffe della Tares, tributo sui rifiuti e servizi che nel corso del mese di novembre i torinesi saranno chiamati a pagare e che nella seduta consiliare di oggi sarà sottoposta al voto del Consiglio assieme ad alcune mozioni di accompagnamento presentate da Movimento 5 stelle, Lega nord, Pdl e Fratelli d’Italia.

Una componente invariata della tariffa per tutte le utenze è la quota di 30 centesimi a metro quadrato per sicurezza e illuminazione delle strade (questa parte del tributo però andrà all’erario). I principi di base imposti dalla legge nella determinazione delle tariffe prevedono maggiori oneri per chi produce maggiori quantità di rifiuti e per chi produce rifiuti più inquinanti o più costosi da trattarsi. Per questi motivi nell’ambito delle utenze domestiche, la norma grava maggiormente sui nuclei famigliari più numerosi e per ciò che attiene le imprese gli aumenti maggiori rispetto alla Tarsu del 2012, fino ad un massimo del 20%, limite massimo all’aumento fissato dall’Amministrazione contro aumenti teorici fino al 70%, gravano sul settore ristorazione e sui commerci di alimentari. Per contro altre categorie fanno registrare una diminuzione della tariffa fino al 33,33%. La tariffa risulta invece sensibilmente ridotta per i nuclei monocomponente che sono 149.000 e, assieme a quelli con due componenti (anch’essi avvantaggiati dalla tariffazione), ammontano a 309.000 nuclei famigliari su un totale di 439.000 nuclei.

Per attutire il carico impositivo sulle famiglie in situazioni di disagio economico sono state previste agevolazioni in base ai redditi calcolati ai fine Isee: 50% per redditi fino a 13.000 euro, 35% per redditi da 13.001 euro a 17.000 euro e 25% per redditi da 17.001 euro a 24.000 euro. I nuclei famigliari con più di quattro componenti, particolarmente gravati dal tributo, se residenti in appartamenti di superficie non superiore a 80 metri quadrati, usufruiscono di uno sconto fino al 10% cumulabile alle agevolazioni Isee, se dovute. Approvato il piano finanziario sui rifiuti solidi urbani.

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