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Venerdì, 19 Aprile 2024
Economia

Prova costume per la sanità. Tagli per risparmiare più di 600 milioni

Contenimento dei costi per 162 milioni nel 2013 e, in modo cumulativo, di 248 milioni per il 2014 e 360 per il 2015. Lo ha rimarcato l'assessore alla Sanità Cavallera illustrando il programma operativo triennale

La sanità piemontese fa i conti con i tagli. L'assessore Ugo Cavallera ha mostrato il piano per i prossimi due anni, in cui il Piemonte dovrà per forza contenere i costi. Il risparmio stimato è di 162 milioni di euro per il 2013, 248 milioni per il 2014 e di 360 milioni per il 2015. Certamente una boccata di ossigeno per il bilancio regionale, ma cosa si è tagliato per arrivare a ciò?

Punto primo. Dodici ospedali verranno disattivati o rivisti in alcuni reparti. Punto secondo. Revisione delle dotazioni organiche delle aziende sanitarie regionali. Punto terzo. Un aumento dal 3,2% al 4% della quota degli ultra 65enni in assistenza domiciliare e un aumento di circa 1.100 posti letto nelle strutture di continuità assistenziale e la creazione di nuovi centri di assistenza primaria (Cap). Le prime aperture sono già avvenute ad Arona, Fossano e Santhià mentre Avigliana partirà a fine anno. Un altro cospicuo risparmio si è previsto nella riduzione dei costi nei contratti con gli erogatori privati, una centralizzazione del sistema degli acquisti, un'integrazione dei magazzini di area sovrazonale e una concentrazione in sei laboratori di analisi dell'attività per gli esami più complessi.

In totale, calcolatrice alla mano, l'assessore alla Sanità regionale conta di ottenere economie pari al 24% del totale nell'ambito del privato, del 14% per il personale, del 32% per beni e servizi e del 20% per la spesa farmaceutica.

"Se a Roma non si verrà commissariati, lo sarà per una chiusura di più di un occhio", è il commento a caldo del capogruppo in Regione del Movimento 5 Stelle, Davide Bono. Tra i vari punto contestati dal grillino l'ipotesi di "bloccare ancora il turnover, soprattutto nel caso del personale infermieristico, che, sottopagato e iper-sfruttato come orari, turni e riposi, non può più reggere ad un ulteriore stress occupazionale".

Al commissariamento fa riferimento anche Aldo Reschigna, capogruppo del Pd. "Nonostante i sacrifici già pagati dai cittadini piemontesi e dagli operatori della sanità, Cavallera per evitare il commissariamento dovrà mettere in atto una cura da cavallo. Senza questa cura - osserva Reschigna - nel 2013 la sanità presenterebbe un disavanzo di 162 milioni, nel 2014 di 248 milioni, nel 2015 di 360 milioni di euro. Altro che conti sotto controllo".

Il capogruppo dell'Idv Andrea Buquicchio propone un rilancio dell'accorpamento delle Asl, cosa che permetterebbe di ridisegnare l'architettura del sistema sanitario del Piemonte, rendendola più snella. "Guardando senza pregiudizi le esigenze della sanità piemontese appare evidente che ci sono attualmente Asl con manager efficienti ed altre molto meno. Nella rivisitazione del numero delle Aziende occorrerà sacrificare le meno essenziali ai fini dell'efficientamento del sistema. Come ribadito più volte dal nostro gruppo - ricorda Buquicchio -, solo attraverso la riduzione graduale delle Aziende sanitarie, iniziata timidamente nella scorsa legislatura, sarà possibile ridurre quella parte del costo della sanità imputabile all'eccessivo numero delle strutture, senza intaccare i servizi fondamentali"."

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