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Torino, 150 riders di Just Eat incrociano le braccia: bloccato il servizio nei punti strategici della città

"Chiediamo sicurezza e tutela dei diritti"

Circa 150 riders di Just Eat e operanti a Torino ieri sera, sabato 11 dicembre,  si sono radunati alle Porte Palatine e hanno bloccato il servizio di consegna cibo nei punti nevralgici della città per tutta la serata.

Lo hanno fatto in segno di protesta dopo che l'azienda ha deciso di chiudere al dialogo con l'organizzazione sindacale che li rappresenta, i Si Cobas. "La scelta di non rispondere alle legittime richieste dei lavoratori dimostra come per l'azienda siano più importanti i profitti e le consegne, piuttosto che le condizioni di vita e di lavoro di chi tutti i giorni rischia la propria incolumità in mezzo alla strada", scrive il sindacato in una nota. 

La prima rivendicazione posta è quella che riguarda la sicurezza dei lavoratori. "La scelta di interrompere il servizio mercoledì 8 dicembe a pranzo solo dopo numerose proteste e rifiuti di prestare servizio da parte dei lavoratori, mentre a Torino nevicava abbondantemente e le strade per cicli e motocicli erano di fatto impraticabili, e la scelta di riaprirlo per cena, con le strade completamente ghiacciate e pericolose, in cui si sono segnalati diversi incidenti di colleghi che lavoravano, togliendo il turno e quindi il salario a chi decideva di tutelare prima di tutto la sua vita, sono tra i principali motivi della mobilitazione", spiegano i sindacalisti. 

Inoltre i Si Cobas chiedono che i riders siano inquadrati al livello G1 della logistica (ex quarto livello) che corrisponde ad una paga oraria di almeno 9,64 euro l'ora, come in tutte le altre aziende di logistica. "Oltre a ciò, abbiamo posto diversi problemi: l'organizzazione del lavoro assolutamente folle (c'è necessità immediata di dividere di nuovo Torino in 4 zone in modo tale da evitare consegne che arrivano anche a 20 km di distanza), i mezzi per lavorare che devono essere forniti dall'azienda e l'incremento dell'indennità chilometrica, tamponi, dpi gratuiti per una maggiore sicurezza". 

La risposta di Just Eat

"Just Eat inquadra i propri 6.000 rider come lavoratori dipendenti con un contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato basato sul CCNL del settore Logistica, Trasporto, Merci e Spedizione, nato dall’accordo con i sindacati FILT CGIL, FIT-CISL e UIL Trasporti, firmato il 29 marzo 2021, il primo di questo tipo in Europa", fanno sapere dal gruppo. 

"Il modello dipendente, annunciato a fine 2020, è una scelta strategica e, allo stesso tempo, etica e responsabile del Gruppo, già adottato in altri 14 mercati e in oltre 200 città. Il nuovo modello comporta un importante investimento dell’azienda con l’obiettivo di tutelare ulteriormente i lavoratori e garantire loro sicurezza, fornendo un servizio migliore e di valore per clienti e ristoranti grazie ad una migliore formazione, sicurezza e controllo della qualità dell’intero processo", continua l'azienda in una nota.

"È attivo un tavolo di lavoro congiunto tra l’azienda e i sindacati firmatari dell’accordo, in un clima di dialogo e confronto aperto e di rispetto delle norme, con la finalità di risolvere i problemi e implementare l’accordo sottoscritto in modo soddisfacente per tutte le parti", conclude l'azienda.

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