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Caro carburanti, i benzinai: "Non siamo noi i 'furbetti' che fanno aumentare i prezzi"

Su 20 euro di carburante il benzinaio incassa solo 38 centesimi di euro

Su 20 euro di carburante, solamente 38 centesimi di euro lordi vengono intascati dal benzinaio. A fare i conti e la Faib Confesercenti, una delle sigle sindacali che ha indetto lo sciopero dei gestori delle pompe di benzina che è iniziato ieri sera - martedì 24 gennaio - e che si è concluso oggi prima del previsto. Alle 15 di oggi il ministro Adolfo Urso ha convocato le sigle sindacali per discutere di un emendamento al decreto trasparenza sui carburanti. Le aperture del Governo hanno portato la Faib Confesercenti ha proporre una riduzione dello sciopero a 24 ore, invece delle 48 previste.

"Con la reintroduzione piena delle accise che ha fatto il Governo Meloni, che ha determinato l'aumento del prezzo, ci siamo sentiti accusare di essere una categoria di speculatori e furbetti", spiega Vincenzo Nettis della Faib Confesercenti, "Noi siamo una categoria che lavora 12 ore al giorno al freddo o al caldo in base alla stagione e guadagniamo 3,5 centesimi lordi al litro, qualunque sia il prezzo della benzina. Quindi più la benzina è cara meno incassiamo perché vendiamo meno litri di carburante". Dei 20 euro di carburante infatti, ben 19 euro e 62 centesimi finiscono nelle casse di Stato e compagnie petrolifere: lo Stato incassa 11,72 euro, mentre le compagnie petrolifere 7,90.  

A far storcere il naso ai gestori degli impianti le proposte avanzate dal Governo nel decreco che riguardar la trasparenza dei carburanti. Il ministro vorrebbe infatti che ogni impianto di benzina esponesse cartelli con il prezzo medio regionale o nazionale del carburante: "Mettere cartelli del prezzo medio regionale o nazionale è un'ulteriore incombenza amministrativa che ci viene accollata sulle spalle e ci dà un lavoro quotidiano che ci espone a potenziali sanzioni molto salate di tipo amministrativo. Se sbaglio un numero, a oggi rischio sanzioni che vanno anche oltre i 1.000 euro". 

Da qui la trattativa che è ancora in atto: "A fronte di un annullamento dello sciopero o di un ridimensionamento sono pronti a presentare un emendamento al decreto in cui vengono introdotti gli elementi da noi richiesti: una riduzione delle sanzioni, un annullamento delle incombenze quotidiane e una riorganizzazione della cartellonistica che dovrebbe andare nella direzione del qrcode". Inoltre il ministro Urso si è detto disponibile a ragionare sui costi bancari delle commissioni della moneta elettronica, sulla razionalizzazione della rete e sulla legalità contrattuale. 

Il caro carburanti comunque rimane un problema sentito dai cittaadini: "Il caro carburanti è un problema che affligge anche i benzinai. Il prezzo della benzina è composto per il 60% da accise e iva, il 2% scarso va a noi e il resto è dovuta alle società petrolifere. Se si volesse ridimensionare il costo della benzina non si deve incidere su quel 2%, ma sul restante 98%". 

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