Pil, esportazioni, povertà. La crisi è sempre più dura in Piemonte
Luigi Capra, direttore della sede di Torino della Banca d'Italia, ha messo in luce le problematiche di un'economia regionale vessata dalla crisi e incapace di ritornare in positivo
Rallenta la crescita del Pil, si è indebolita la domanda interna, i consumi delle famiglie sono sempre più ridotti: i segnali di miglioramento del mercato del lavoro registrati lo scorso anno hanno lasciato spazio ad un peggioramento nei primi mesi di quest'anno. In più tra le imprese domina l'incertezza sulle prospettive per i prossimi mesi. L'unico impulso alla crescita viene dalle esportazioni. In definitiva, "é un quadro molto pesante" quello relativo all'economia del Piemonte.
Luigi Capra, direttore della sede di Torino della Banca d'Italia, ha sintetizzato, a corredo del rapporto annuale dell'istituto, una situazione che non lascia spazio all'ottimismo. "Le variabili macroeconomiche restano deboli - aggiunge Capra -, non vi sono segnali di recupero". Nel 2011 il Pil piemontese ha avuto una crescita molto rallentata: +0,7%, rispetto al +2% del 2010. La frenata è stata molto forte nell'industria (+1,2% rispetto al +7,5% del 2010) ma ha interessato anche i servizi. Nel settore delle costruzioni è continuata la fase negativa che si protrae dal 2007. Nel complesso, "si è interrotta la fase di ripresa che si era avviata nella seconda metà del 2009".
L'unica nota positiva è la crescita dell'export (+3,4%), soprattutto verso i paesi esterni all'Unione Europea, tornate a livelli superiori a quelli del 2007. Tutto il resto è un panorama a tinte fosche. La domanda interna è rimasta debole. I consumi delle famiglie hanno ristagnato: +0,3%, un punto in meno rispetto al 2010. A sostenere i consumi ha contribuito la ricchezza accumulata dalle famiglie (rappresentata soprattutto da abitazioni), scesa comunque da 86mila a 80mila euro pro capite). Aumenta la percentuale di famiglie in "deprivazione", ovvero che hanno difficoltà nel pagare il mutuo o a consumare regolarmente un pasto. Sono l'11,7% in Piemonte, contro una media del Nord Ovest del 9,5%.
(fonte ANSA)