È la festa dei precari, a Torino primo maggio amaro: il 50% dei lavoratori a rischio povertà
I sindacati lanciano l'allarme perché si avvii un piano urgente
È la festa dei precari, non più quella dei lavoratori. Specialmente in Piemonte dove un lavoratore su due dice di non riuscire ad arrivare a fine mese con lo stipendio che riceve. A certificarlo sono i numeri che i sindacati hanno snocciolato durante la presentazione del corteo torinese del Primo Maggio. Corteo che finalmente dopo due anni potrà di nuovo percorrere via Po e via Roma congiungendo piazza Vittorio Veneto con piazza San Carlo a Torino.
Al centro della manifestazione quest'anno ci sarà il tema della pace alla quale si deve lavorare per evitare che la guerra in Ucraina possa piegare chi già sta cercando di sopravvivere a due anni di pandemia e crisi economica: "La guerra può scatenare una spirale di inflazione che di fatto rende più deboli e vulnerabili chi è a reddito fisso", spiega Gianni Cortese, segretario regionale della UIL. Un rischio che per il Piemonte è più allarmante che per altre regioni italiane: "Basta vedere i dati sulla disoccupazione e quelli sulla povertà assoluta dove il Piemonte registra un 9,3% con una popolazione che rappresenta il 7% del totale nazionale. Già oggi la situazione è molto preoccupante", continua Cortese.
Il tema è quello dei precari. Un dato su tutti, nel 2021 in Piemonte il 99,3% dei contratti attivati erano a breve o brevissimo termine: "Questo vuol dire che non c'è fiducia per assumere stabilmente le persone. Le si assume per un giorno o una settimana e risultano occupati, ma noi siappiamo che anche chi è assunto stabilmente fatica ad arrivare alla fine del mese. È una situazione molto pericolosa per l'impatto sociale e di tenuta che può avere nel nostro Paese. Rischio povertà, disagio e tensioni", conclude il numero uno della Uil.
C'è però anche un altro tema che è quello dei salari. I sindacati nel febbraio scorso hanno commissionato all'istituto di ricerca Ismel un questionario rivolto ai lavoratori di Torino e provincia, il dato sconcertante è che un lavoratore su due si è detto a rischio povertà: "Il 44% dei lavoratori e delle lavoratrici che abbiamo intervistato ci ha detto che con le risorse che ha a disposizione non riesce ad arrivare a fine mese", ci ha spiegato Enrica Valfrè della Cgil, "Sono prevalentemente donne e giovani. I settori più colpiti sono quelli degli appalti, del commercio e del terziario. Quando i ristoratori dicono che non trovano personale si deve indagare su cosa offrano: magari chiedono 12 ore di lavoro e vogliono pagare una parte del salario anche in nero".
Cosa fare dunque per rendere nuovamente il primo maggio la festa dei lavoratori e non quella dei precari? "Dobbiamo costruire le condizioni per dare una prospettiva di crescita al territorio partendo dai punti di forza che abbiamo", spiega Domenico Lo Bianco della Cisl, "Penso a Stellantis che ha confermato il piano industriale e che ha confermato gli investimenti; la questione del distretto aerospaziale; l'ammodernamento della pubblica amministrazione; il tema dell'inclusione sociale e della sanità. Abbiamo anche un terziario e un mondo dei servi a basso contenuto tecnologico e qui discende la questione dei bassi salari, del part time involontario e della precarizzazione del mondo del lavoro. Dobbiamo abbracciare queste fragilità per dare solidità e speranza al mondo del lavoro".
Il tempo però è poco perché la crisi combinata di emergenza sanitaria, guerra in ucraina e scorie economiche dovute al crollo del 2009 hanno reso i lavoratori ancora più fragili: "Mi verrebbe da dire che avrebbero dovuto mettere in campo i provvedimenti già ieri", conclude Enrica Valfrè, "Sin da subito abbiamo detto a Draghi che i 5 miliardi messi in campo non erano sufficienti, noi abbiamo proposto tutta una serie di provvedimenti che hanno un costo doppio: dalla proroga della sospensione dei mutui, a un provvedimento per sostenere gli affitti, la detassazione degli aumenti contrattuali, la defiscalizzazione delle detrazioni, l'ampliamento della platea dei pensionati che hanno diritto alla quattordicesima, di continuare la lotta all'evasione e di recuperare risorse attraverso gli extraprofitti".
È così dunque che è necessario che si attui un piano urgente per tappare le falle di un sistema che rischia di implodere. Il corteo del primo maggio partirà alle 9 da piazza Vittorio Veneto.