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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Economia

Industria: ancora un semestre positivo, ma la ripresa non decolla

Due indagini di Confindustria e Unioncamere Piemonte mostrano la ripresa del settore, data soprattutto dal mercato estero. Si prevede un calo nei prossimi mesi

Un altro semestre positivo per l'industria piemontese. Nonostante la crescita, però, non è ancora tornato ai livelli pre-crisi a causa della minore domanda interna rispetto a quella estera. Per il terzo trimestre, si prevede invece una frenata del trend di crescita, dovuta non soltanto dalla stagionalità del periodo estivo. Si conferma la debolezza della domanda interna, compensata dalla tenuta delle esportazioni, gli investimenti ristagnano, anche a causa di problemi di liquidità delle imprese. Il quadro occupazionale si assesta e diminuisce, pur rimanendo superiore alla norma, il ricorso alla cassa integrazione.

Unioncamere Piemonte e Confidustria Piemonte hanno presentato, per la prima volta insieme, due indagini, una congiunturale e una previsionale. L'ente camerale ha registrato una crescita della produzione industriale tra aprile e giugno 2011 rispetto alla stessa del 2010, con un fatturato totale superiore di quasi l'8%. Quest'ultimo sostenuto in particolare dall'espansione dell'8,5% del fatturato estero. Tutte buone performance anche se in lieve arretramento rispetto ai primi tre mesi di quest'anno. Quasi tutti i principali comparti dell'economia regionale fanno segnare buoni risultati per quanto riguarda l'output: in evidenza il +12,3% del tessile e abbigliamento, anche se "la ristrutturazione del settore - spiega la presidente di Confindustria Piemonte, Mariella Enoc - ha selezionato le aziende, che sono rimaste ormai in un numero molto ridotto e sono tutte di fascia alta e altissima, in grado di rispondere alla domanda delle high class estere".

Crescono anche le produzioni delle industrie dei mezzi di trasporto (+9,9%), delle industrie dei metalli (+9,2%) e di quelle meccaniche (+9,1%). Diminuisce di un punto percentuale invece l'occupazione "ed é un segnale che emerge anche all'estero, in un contesto di ripresa" sottolinea il responsabile ufficio studi di Unioncamere Piemonte, Roberto Strocco. "La ripresa c'é - rileva Ferruccio Dardanello, presidente di Unioncamere Piemonte - ma per le imprese piemontesi resta la zavorra dei costi della burocrazia, che non sono paragonabili a quelli dei nostri competitor. In Spagna e Germania esistono costi fiscali che sono circa la metà di quelli che devono sostenere le aziende italiane".

Per il terzo trimestre 2011 le imprese piemontesi rimangono ancore positive. Le percentuali di aziende che hanno in programma investimenti importanti o l'ammodernamento degli impianti sono in linea con quelle registrate a giugno e a marzo (rispettivamente 23% e 34%). Ciò è dovuto a alla precaria situazione di liquidità delle imprese dovuta ai ritardi negli incassi, denunciati da un'azienda su due. Si confermano invece alcuni segnali positivi sul fronte dell'occupazione. Il saldo ottimisti-pessimisti sui livelli occupazionali si assesta, per il secondo trimestre consecutivo, su valori prossimi allo zero. Si sta assestando quindi la caduta occupazionale dell'industria. "Le indicazioni che si raccolgono dalle due indagini - sottolinea Enoc - sollecitano la rapida attuazione di politiche che sostengano la crescita e che aiutino le aziende a rafforzarsi soprattutto sui mercati esteri più promettenti".

(ANSA)

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