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Economia

Utilities: gas ed elettricità, su ogni euro di bolletta il 50% vanno in tasse

Su ogni euro indicato in bolletta, ben più del 49% va in tasse. In una parola, allo Stato. Come dire, e facciamo cifra tonda, 50 centesimi per pagare i consumi, gli altri invece ad alimentare la complessa macchina della spesa pubblica

Torino è tra le città più povere d’Italia. Lo dicono le statistiche, gli istituti di ricerca. Ma, soprattutto, lo dice e lo vive la gente. Senza correre il rischio di smentita alcune. Caro energia, un problema non da poco per un territorio e un Paese alle prese con il temibile fenomeno deflattivo in corso: vale a dire, la caduta libera dei prezzi, che arresta il meccanismo della spesa, rinviando anche gli acquisti di prim’ordine a tempi migliori, bloccando al contempo la produzione sul nascere.

Mentre i consumi calano senza sosta, aumenta irreversibilmente il pressing fiscale sulle cosiddette utilities. Vale a dire, gas ed elettricità più care. Per tutti.

I dati di massima computati da medie derivanti dall'analisi dei principali prodotti di settore disponibili in modalità "B. to C." (dal produttore al consumatore) sono impressionanti: su ogni euro indicato in bolletta, ben più del 49% va in tasse, imposte, balzelli. In una parola, allo Stato. Come dire, e facciamo cifra tonda, 50 centesimi per pagare i consumi, gli altri invece ad alimentare la complessa macchina della spesa pubblica, ben superiore al PIL annuale. Sperperiamo più di quel che produciamo, e lo sfacelo è un debito pubblico ben più alto della produzione di circa il 133%. Un’abnormità.

Hanno il loro bel dire le associazioni dei consumatori, e i vari gestori a promulgare di anno in anno, anche sul web, curiosi vademecum i quali, a detta loro, insegnerebbero agli utenti l’arte del risparmio energetico domestico. Non che non siano utili nel senso stretto del termine, ma a livello di macroproblema restano di fatto tutti palliativi: il problema è alla fonte.

Si chiama cattiva gestione, mancata volontà di mettersi una mano in tasca – e l’altra, per chi ancora ce l’ha, sulla coscienza -, da parte degli attori – nel senso di professionisti della recitazione, chi ha orecchie per intendere… - della politica.

Poiché, se non riducono primariamente, a causa della recessione in atto, le aliquote d’imposta sui primari consumi energetici del Paese, tra un po’ arriveremo ad annoverare la possibilità di impiegare la luce e il gas quali beni alla stregua dei metalli preziosi. Con la sola differenza che questi ultimi, da soli, non danno da mangiare.

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