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Fiat: la Fiom detta le condizioni per conciliazione, il Lingotto dice no

L'accordo tra Fiat e Fiom sembra più lontano che mai. Nella maxi aula 1 del tribunale di Torino è incominciato il processo per per il ricorso della Fiom contro la newco di Pomigliano

L' accordo tra Fiat e Fiom sembra più lontano che mai. Nella maxi aula 1 del tribunale di Torino è incominciato sabato mattina il processo per per il ricorso della Fiom, il sindacato dei metalmeccanici, contro la newco di Pomigliano. All'inizio c'é subito stata una sospensiva per un tentativo di conciliazione che il giudice Vincenzo Ciocchetti ha definito "difficile". In Aula per la Fiom c'erano il segretario generale Maurizio Landini e il responsabile Giorgio Airaudo, oltre agli esponenti delle altre organizzazioni sindacali con i loro avvocati: Bruno Vitali della Fim, Eros Panicali della Uil, Roberto di Maulo segretario generale della Fismic e Antonio D'Anolfo della Ugl Metalmeccanici. Ad eccezione della Fismic, che si è costituita in giudizio, gli altri sindacati intendono spiegare le ragioni dell'accordo di Pomigliano, "sottoscritto al fine di mantenere i posti di lavoro".

I legali della Fiat presentano delle eccezioni preliminari, la principale sulle competenze territoriali, con la richiesta che ad occuparsi della causa sia il tribunale di Nola. "Riteniamo di avere ottimi ragioni - spiega l'avvocato Raffaele De Luca Tamajo, che guida il pool dei legali del Lingotto - perché è un'iniziativa imprenditoriale inedita, con l'adozione di un modello produttivo in linea con i modelli più affermati a livello mondiale e l'unico in grado di restituire competitività allo stabilimento di Pomigliano".

"La Fiom - ha detto Landini - è disponibile alla conciliazione della causa alle seguenti condizioni: le parti si impegnino a dare applicazione al vigente contratto di lavoro e agli accordi confederali, a garantire il passaggio alle dipendenze di Fabbrica Italia Pomigliano di tutti i lavoratori attualmente occupati nello stabilimento di Pomigliano. La Fiom è pronta alla rinegoziazione degli accordi per il sito di Pomigliano". Il responsabile delle relazioni industriali del Lingotto, Paolo Rebaudengo, ha ribattuto che "non ci sono le condizioni per un dialogo costruttivo su una soluzione negoziale già rifiutata dalla stessa Fiom.

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