I facchini Rai tornano al lavoro, ma l'accordo è al ribasso: avranno uno stipendio tagliato del 50%

I facchini Rai di Torino tornano a lavorare dopo quasi due mesi di inattività, ma l'azienda ha tagliato il 50% delle ore lavorative. Passeranno da uno stipendio netto di 1.100 euro a uno stipendio di 600 euro. Inoltre i dieci lavoratori a tempo determinato non sono stati confermati. Un accordo al ribasso che i sindacati definiscono un 'atto di responsabilità' nei confronti dei lavoratori che altrimenti sarebbero rimasti senza un lavoro. L'accordo è stato firmato dalla Fisascat Cisl e dalla Filcams Cgil.

"Il rischio che correvamo non firmando l'accordo è che i lavoratori rimanessero senza stipendio ancora per mesi", a dirlo è Matteo Rossi, rappresentante sindacale della Fisascat Cisl, commentando la notizia del compromesso raggiunto con la Rai. Alla base della riduzione delle ore di lavoro ci sarebbe infatti il taglio dei servizi richiesto dall'azienda di via Verdi alla nuova ditta che ha preso in gestione l'appalto, la GMI srl.

Le ore di servizio richieste non saranno più le 40 settimanali dello scorso appalto, ma 20: "Sarà difficile tornare alle 40 di partenza, ma i margini per aumentare il numero di ore ci sono", continua Rossi. Intanto in un comunicato congiunto i sindacati scrivono: "Forze maggiori e trattative tra soggetti privati e pubblici hanno purtroppo bloccato sul nascere questo accordo. Eravamo pronti alle firme. Possiamo, purtroppo, solo prendere atto di quanto avvenuto ma con forza contestiamo la gestione di tutta la situazione. Una vergogna". 

Dei 34 lavoratori che erano in forza con il precedente appalto ne rimangono solamente 24 perché ai 10 tempi determinati non è stato rinnovato il contratto: "Io però come Fisascat ho un accordo scritto con l'azienda che prevede di partire dalla lista di quei dieci lavoratori nel caso ci fossero nuove assunzioni".