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Economia

Ex Bertone, Cota e Chiamparino al lavoro per mediare tra Fiat e Fiom

L'investimento alla Bertone è appeso a un filo. Braccio di ferro tra parte dei sindacati e Fiat. Con questo clima difficile pensare a una soluzione. La Fiom resta sola, ma è ancora forte

Non ha cambiato gli scenari l'incontro al Lingotto tra i sindacati e la Fiat. "Operazioni mediatiche", le ha bollate Rebaudengo. L'investimento alla Bertone è ancora in forse, la Fiom non vuole firmare l'accordo stile Miirafiori-Pomigliano, le sigle sindacali sono alle prese con una "guerra intestina", qualcuno raccoglie le firme per il sì al piano Marchionne.

Le rsu hanno chiesto ieri a Roberto Cota e Sergio Chiamparino di cercare di fare da mediatori a Grugliasco tra Fiat e Fiom. Il sindaco di Torino ha accettato, aggiungendo che è opportuno organizzare al più presto un incontro. E da Palazzo Lascaris già negli scorsi giorni era arrivata la massima disponibilità per dare una mano per l'accordo. Secondo le indiscrezioni, ci potrebbe essere un primo contatto a metà della prossima settimana. Fim, Uilm e Fismic hanno nuovamente chiesto a Marchionne di produrre un'ipotesi di intesa su cui eventualmente consultare i lavoratori.

Ma con questo clima, lo hanno capito tutti, non ci saranno passi avanti.  Il Lingotto investirà soltanto con adeguate garanzie. Marchionne, ieri a Bologna, ha espresso parole positive per "quei sindacati che hanno saputo accettare con noi le sfide del cambiamento negli stabilimenti di Pomigliano e Mirafiori".

La Fiom resta sola, ma all'ex Bertone è ancora forte. Il Comitato del sì non ha ancora scalfito la radicata presenza dello storico sindacato dei metalmeccanci nella fabbrica di corso Allamano. Un braccio di ferro dalle conseguenze imprevedibili.

In un discorso alla "Alma GraduateSchool" di Bologna ieri sera Sergio Marchionne si è detto fiducioso per il futuro della Fiat: "Nel 2004 la Fiat era in una situazione disperata. Nessuno avrebbe scommesso un euro sul suo futuro. Era chiusa su se stessa, isolata, in qualche modo anche protetta tra le mura domestiche. Quello che abbiamo fatto è stato smantellare la rigidità dell’organizzazione, creandone una piatta e veloce. Ma la cosa più importante è che alla base di tutto abbiamo posto un nuovo concetto di leadership, quale elemento chiave per la gestione delle persone e del cambiamento"

"Questo - ha continuato l'ad - ha permesso di avviare un percorso di crescita straordinaria che fino al 2008, fino allo scoppio della grande crisi internazionale, ha portato la Fiat a sostenere i ritmi del mercato, a guadagnare quote e a macinare utili. Tanto che nel 2008 abbiamo raggiunto il più alto risultato operativo in 111 anni di storia della nostra azienda".

Ma è proprio questa "organizzazione piatta e veloce" che la Fiom non vuole accettare, temendo che i diritti conquistati dai lavoratori nel corso dei decenni possano essere in pericolo.

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