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L'export piemontese supera la media nazionale

Aumentano le vendite in Russia e Brasile. Male le automobili, ma risultati di eccellenza nel settore dei vini, di cui il Piemonte è la seconda regione esportatrice, e della gioielleria e oreficeria

L'export dal Piemonte cresce più della media nazionale. Aumentano del 20% le vendite in Russia e Brasile, positivi anche i flussi commerciali verso Hong Kong e Messico. Lo rileva il Rapporto Ice 2011-2012 'L'Italia nell'economia internazionale. Con un tasso di crescita dell'11,8% nel 2011, il Piemonte ha raggiunto un valore pari a 38,5 miliardi di euro di merci esportate, superando in tal modo i livelli raggiunti prima della crisi del 2009.

La regione ha in questo modo confermato il quarto posto nella graduatoria delle regioni esportatrici. "Nei primi tre mesi del 2012 - commenta il presidente dell'Agenzia Ice, Riccardo Monti - le esportazioni di beni e servizi del Piemonte sono aumentate del 5,1% con un ritmo in linea alla media nazionale. Questo ci fa sperare in una tendenza che si estende all'intero anno, soprattutto grazie alle buone performance di settori come la meccanica e i metalli preziosi". Tra i principali settori produttivi del Piemonte, oltre al contributo positivo dei metalli preziosi, cresciuti del 15,9%, il comparto delle macchine e apparecchi, con un incremento del 26%, ha dato un notevole contributo alla crescita.

Il numero degli esportatori della regione è cresciuto del 6,4% portandosi a 18.950 unità, con un valore medio di fatturato per operatore tra i più elevati tra tutte le regioni italiane (poco più di 2 milioni di euro). Verso l'Unione europea si è diretto quasi il 70% delle esportazioni regionali, con un aumento del 9,8% rispetto al 2010: in Germania e Francia, primo e secondo mercato di destinazione, sono cresciute rispettivamente del 13,4 e del 10,9%.
 
Per quanto riguarda gli altri Paesi europei, l'incidenza è aumentata grazie soprattutto al forte incremento delle esportazioni verso la Svizzera (38,5%), prevalentemente oro e metalli preziosi. Una buona performance è stata registrata nel mercato nordamericano e, in particolare, negli Stati Uniti, primo mercato di sbocco non europeo (+13,1%). Positivi anche i risultati conseguiti in Asia orientale, dove nel biennio 2010-2011 sono stati superati i valori esportati nel periodo pre-crisi: l'aumento nell'area è stato pari al 14% mentre in Cina, al decimo posto tra i mercati di destinazione, le esportazioni sono aumentate a un tasso inferiore a quello medio.
 
Nel settore automobilistico le esportazioni piemontesi sono rimaste invariate, ma disaggregando ulteriormente si osserva che per gli autoveicoli si sono ridotte del 7%, mentre quelle di parti ed accessori sono aumentate del 4,8%. E' stata, invece, molto positiva la dinamica delle vendite di prodotti in gomma e materie plastiche, cresciute del 20,8%. Il comparto alimentare è un ulteriore settore di specializzazione per la regione e ha mostrato una variazione superiore alla media, tanto per le bevande (+12,2%) quanto per i prodotti alimentari (aumentati del 11,8%). Il principale mercato di sbocco è rappresentato dai paesi dell'Unione europea in cui però le vendite sono aumentate a un tasso inferiore rispetto alla media.
 
Nel continente americano e in quello asiatico, invece, si è registrato un aumento importante. Il valore delle esportazioni di vino, prodotto di cui il Piemonte rappresenta la seconda regione esportatrice italiana con una quota che nel 2011 ha superato il 20%, è aumentato del 15%, con una dinamica superiore a quella nazionale. Le esportazioni di prodotti tessili, concentrate nel distretto di Biella, con un aumento pari al 13,3%, hanno pienamente recuperato il valore del 2008 ma il livello rimane inferiore a quello che si registrava all'inizio del decennio. Una forte espansione (+62,4%) hanno mostrato le esportazioni di gioielleria e oreficeria, concentrate nel distretto di Valenza. Il Piemonte si colloca al terzo posto, dopo Toscana e Veneto, tra le regioni esportatrici di questo settore, con una quota del 20,5%. Le esportazioni di servizi del Piemonte sono aumentate, ben oltre la media nazionale, del 15,7%.
 
(ANSA)
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