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Economia Riva Presso Chieri / Via Adriano Olivetti

Licenziati i 377 lavoratori della ex Embraco: il ministero non prorogherà la cassa integrazione

Dal 23 gennaio potranno richiedere la disoccupazione

Licenziati. Dopo quattro anni passati a dar battaglia, da oggi - martedì 18 gennaio - i lavoratori della ex Embraco di Riva Presso Chieri hanno finalmente una certezza, seppur amara: tra cinque giorni entreranno a far parte della schiera dei disoccupati. Dopo la riunione che si è tenuta con il Ministero dello Sviluppo Economico non vi è più alcuno spazio per le illusioni. 

Chi ha rappresentato il ministro dello Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti, non ha lasciato alcuna speranza: il 22 gennaio la cassa integrazione scadrà e non vi sarà alcuna ulteriore proroga. Ciò vuol dire che dal giorno successivo i 377 lavoratori della ex Embraco potranno chiedere di essere inseriti nel percorso di disoccupazione, ma non potranno più sperare di mantenere il posto di lavoro per il quale hanno battagliato. 

"La Regione, con le forze e gli strumenti a sua disposizione, continuerà a essere al fianco dei lavoratori anche dopo il 22 gennaio, quando terminerà la cassa: ho promesso che non li abbandoneremo e così sarà", spiega l'assessora regionale al Lavoro, Elena Chiorino, "Abbiamo un piano di politiche attive concordato con i sindacati già pronto che potrà partire da febbraio: sono fiduciosa che la collaborazione tra i sindacati e il mondo imprenditoriale che si è dimostrato sensibile alla questione, permetterà di sciogliere le resistenze dettate dall’età anagrafica dei lavoratori attivando quell’aggiornamento necessario delle competenze a tutti coloro che vorranno aderire al programma regionale per riavvicinarsi al mondo del lavoro".

Imprenditori che adesso potranno scendere in campo per assumere gli ex lavoratori della Embraco. Paolo Damilano, che in campagna elettorale aveva promesso di essere in grado di ricollocarli tutti, nel dicembre scorso aveva già annunciato di volerne assumere dieci. 

I sindacati

"Whirpool si ritiene, attraverso i propri legali, assolta e non si fa carico di nessuna responsabilità di quello che ha causato riproponendo come unica possibile uscita un accordo individuale con un risarcimento irrisorio", spiega Ugo Bolognesi della FIOM - CGIL Torino, "La nostra richiesta di proroga di ammortizzatori sociali è stata nuovamente respinta, e alle nostre richieste di intervento attivo del Mise per la ricollocazione e il sostegno al reddito le risposte del Ministero oggi non sono state sufficienti e concrete. La cassa integrazione termina il 22 gennaio, la procedura di licenziamento continua, serve un piano serio di intervento a sostegno delle lavoratrici e dei lavoratori che renda possibile il loro rientro stabile al lavoro. Il Governo faccia il Governo". 

Per Vito Benevento, segretario organizzativo Uilm Torino: "È importante costituire la task force per la ricollocazione dei lavoratori insieme alla Regione Piemonte, all'Unione Industriale di Torino, e al ministero stesso. Il tavolo dovrà trovare gli strumenti necessari per ricollocare i lavoratori e dovrà seguire anche la vendita dell'immobile di Riva di Chieri affinché vengano in qualche modo risarciti i lavoratori. È fondamentale il coinvolgimento di tutte le parti sociali per dare finalmente una risposta positiva a lavoratori che ormai soffrono da più di 4 anni".

"Ci saremmo aspettati strumenti sulla formazione e ricollocazione straordinari, considerata l’età media dei lavoratori molto alta, invece si scaricano le responsabilità di un piano di ricollocazione tutto sulla Regione Piemonte utilizzando strumenti non del tutto sufficienti per la riqualificazione dei lavoratori", commenta Arcangelo Montemarano per Fim Cisl Torino. 
 

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