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Economia

Edilizia, in Piemonte nessun segnale di ripresa per i prossimi 6 mesi

"Il nostro settore - dice Provvisiero, presidente dell'Ance Piemonte - è l'unico motore in grado di riaccendere l'economia e di favorire rapidamente la crescita a livello regionale"

Il periodo nero continua. Resta critica la situazione per il settore delle costruzioni piemontese nei prossimi sei mesi. Secondo i dati elaborati dal Centro Studi dell'Ance Piemonte, il 65% delle imprese prevede un calo del fatturato contro il 5,9% che ne prevede un incremento, mentre sei mesi fa le percentuali erano rispettivamente il 60% e il 6,9%. Continua a preoccupare anche la situazione occupazionale: solo il 3,3% delle imprese intende aumentare il personale nei primi sei mesi dell'anno mentre il 44,1% prevede di ridurlo. I ritardi nei pagamenti raggiungono livelli mai registrati.

"Il nostro settore - dichiara Giuseppe Provvisiero, presidente dell'Ance Piemonte - è l'unico motore in grado di riaccendere l'economia e di favorire rapidamente la crescita a livello regionale e nazionale; purtroppo però, come previsto, i primi mesi del 2013 continueranno ad essere molto difficili per l'edilizia piemontese. Le nostre puntuali azioni cardine condivise dalle parti politiche sono fondamentali per invertire la rotta: pagare le imprese, escludere dal Patto interventi per la sicurezza dei territori, investire su scuole, ospedali e infrastrutture strategiche, riattivare il circuito del credito a famiglie e ad imprese e rilanciare le città sono temi sui quali la politica si è impegnata, ora è il momento di agire".

Il portafoglio ordini diminuisce, passando da 9,1 mesi della scorsa indagine a 8,6 del primo semestre del 2013. L'82,6% delle imprese dichiara di non avere in programma investimenti nei prossimi sei mesi, nel secondo semestre del 2012 era l'86,7%. Permane il gravissimo problema dei ritardati pagamenti: le attese per i pagamenti raggiungono livelli mai registrati negli ultimi dieci anni. Le imprese intervistate dichiarano di dover aspettare mediamente 120 giorni, attesa che aumenta se si tratta di committenti pubblici (169,1 giorni, contro i 151,5 di sei mesi fa). (ANSA)

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