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Venerdì, 26 Aprile 2024
Economia Crocetta / Corso Stati Uniti, 18

Caro bollette, a Torino a rischio chiusura 5.000 imprese e 15.000 posti di lavoro

È quanto emerge da un'indagine di Ascom Confcommercio

Se la crisi persiste sono a rischio 5.000 imprese e 15.000 posti di lavoro. È quanto emerge dall'analisi sulla situazione economica del mondo del commercio presentata questa mattina - martedì 25 ottobre - da Ascom Torino. A rischio 3.000 imprese del commercio, 1.500 del turismo e 500 del settore dei servizi. Questo se il Governo e l'Europa non metterano in campo azioni per contrastare il caro bollette. 

"Ci aspettiamo sia per le imprese, sia per le famiglie che i prezzi del gas, scesi in modo importante, vengano immediatamente ribaltati nelle bollette", ha spiegato Maria Luisa Coppa, presidente di Ascom Confcommercio Torino, "Altrimenti è speculazione. L'Europa e il Governo vigilino rigidamente sulla speculazione. L'economia è già in crisi e non abbiamo bisogno della speculazione". La richiesta dell'associazione dei commercianti fa riferimento alla flessione che sta subendo il prezzo del gas e dunque la richiesta è mirata a una puntuale vigilanza sui prezzi che devono essere adeguati a questa flessione. 

I dati presentati da Ascom rivelano che il 74% delle imprese torinesi sarà costretta ad affrontare delle difficoltà enormi per rimanere sul mercato. Il 27% degli intervistati ha rivelato infatto che prevede aumenti sul costo della bolletta di oltre il 100%, di questi il 9% prevede aumenti del 300%. Spese che dovranno essere in qualche modo riequilibrate. 

Le azioni che le imprese metteranno in campo per combattere il caro energia saranno di vario genere: il 61,5% delle imprese ha detto di avere intenzione di mettere in campo politiche per una riduzione significativa dei consumi energetici; il 35,3% incrementerà i prezzi; il 9,1% chiuderà i locali non utilizzati; l'8,1% ridurrà l'offerta di prodotti; il 7,6% ridurrà i turni di lavoro; il 3,7% ridurrà i giorni lavorativi della settimana. Oltre che annullare gli investimenti che erano in programma: il 36% delle imprese bloccherà gli investimenti previsti nel 2023. 

"I nostri imprenditori non tengono accesa una luce in più", ha aggiunto Coppa, "ma non spengono neppure le vetrine. Dove c'è una luce c'è sicurezza. Se togli la luce, togli la sicurezza. Facciamo attenzione che tagliando tagliando tagliando poi alla fine ci troviamo una città invivibile, buia e insicura". 

Una boccata d'ossigeno però potrebbe arrivare dal Natale: "Non sarà un Natale sfavillante perché le famiglie hanno spese alte, ma il Natale è sempre il Natale e vorrei dare dei segnali di fiducia. Direi che il Natale possa essere un momento importante di rilancio". 

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