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Borse di studio, Gioventù universitaria: "Edisu ridotto all'osso"

Gioventù Universitaria ritiene doveroso segnalare questa situazione nella quale tanti studenti vedono negarsi un diritto inviolabile quale è quello allo studio

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di TorinoToday

“Dal Consiglio di Amministrazione dell'Università di Torino arriva un allarme rosso sulla preoccupante situazione dell'EDISU (Ente Regionale per il Diritto  allo Studio) che quest'anno, per la prima volta, non riesce a far fronte a tutte le richieste per le borse di studio, le quali ammontano a 14.510  richieste, 1500 i più dell'anno scorso, e la mancanza di fondi per  mettere in condizione gli studenti di affrontare le spese universitarie è notevole, pari a 17 milioni di euro”. Lo dichiara Ario Corapi, responsabile di Gioventù Universitaria di Torino.
                                                                                                                                        
“La Regione Piemonte – sottolinea Corapi - ha stanziato 20 milioni di euro nel 2011, 5 milioni in meno  dell'anno scorso, ed esclude un possibile aumento per il prossimo  anno, addirittura c'è chi all'interno della giunta regionale ipotizza una  collaborazione pubblico-privato, Atenei e Fondazioni, stabilendo una  copertura del 50% a testa per i finanziamenti delle borse di studio.

Gioventù Universitaria ritiene doveroso segnalare questa situazione nella quale tanti studenti vedono negarsi un diritto inviolabile quale è quello allo studio, inoltre esprimiamo il nostro più completo scetticismo sull'idea di far  entrare le fondazioni private nella compagine dei finanziamenti delle borse di studio perché in questo modo il rischio di far diventare la ‘borsa di  studio’ un ‘mutuo ipotecario per il futuro’ è altissimo. Le borse di studio hanno sempre avuto una funzione sociale e come tali devono  rimanere, quindi è indispensabile che rimangano a finanziamento pubblico, senza far subentrare i privati esclusivamente per soddisfare le clientele di  qualcuno, e che gli studenti italiani, residenti in Piemonte e non, siano i  primi a beneficiarne”, conclude Corapi.

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