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Venerdì, 29 Marzo 2024
Economia

Aumentano ristoranti e alberghi, a Torino è inversione di tendenza

Ancora difficoltà, invece, per bar e caffetterie che registrano un calo del 33%. Papini: "Siamo comunque soddisfatti, non accadeva da tempo"

A Torino c'è voglia di crescere. Lo sanno bene gli imprenditori che in questi mesi hanno scelto di aprire ristoranti e alberghi nella città sabauda: in barba alla crisi, la risposta è stata più che positiva. Sì, perchè secondo le analisi condotte da Confesercenti, il secondo trimestre del 2015 ha registrato un incremento delle imprese legate al turismo e alla somministrazione pari all'1,46 per cento, con 111 attività avviate nella sola città di Torino. Un tasso di crescita, quello del capoluogo, che è quasi il doppio rispetto a quello registrato dall'intera Regione (0,85%).

Particolarmente significativo l'andamento delle imprese di alloggio, con un aumento di oltre 4 punti. Maggiori difficoltà si evidenziano, invece, per ciò che attiene all'avviamento dei bar, da ricercarsi, almeno in parte, nell'aumento dell'imposizione fiscale sugli immobili d'impresa e nelle tariffe per lo smaltimento dei rifiuti, che hanno colpito il settore in modo particolare.

"Dopo le contrazioni registrate negli anni scorsi, finalmente la ricettività e la somministrazione provano a ripartire anche a Torino e in Piemonte, una città e una Regione che in questi anni hanno scommesso sul turismo - ha affermato Stefano Papini, presidente di Confesercenti -. Purtroppo rimane il piccolo neo riguardante i bar, ancora in dimuzione. Anche il trend di Torino e Piemonte, pur positivo, si attesta al di sotto della media nazionale, che registra un incremento medio del 2 per cento".

La crisi, infatti, ha messo a dura prova bar e caffetterie: dal 2010 a oggi i consumi sono dimuiti dell'8,5%. Sono crollate persino le colazionI (- 33%) e i consumi della pausa pranzo perchè i lavoratori preferiscono portarsi il pasto da casa. Di fatto il volume d'affari è sceso del 18% con un calo della spesa media del 13%: sono 11, infatti, le caffetterie che, negli ultimi tre mesi, hanno chiuso le serrande. 

Anche se le difficoltà non sono certo finite, assicura il presidente di Confcommercio Stefano Papini, l'attuale inversione di tendenza è comunque un segnale positivo, "che non accadeva da tempo e che non possiamo sottovalutare".

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