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Economia Collegno

Accordo firmato in Regione: chiude l'Agrati di Collegno

La Fiom torinese parla di un "cedere al ricatto dell'azienda per evitare i licenziamenti". L'accordo siglato prevede due anni di cassa integrazione straordinaria, mobilità volontaria e incentivata per chi si dimette

Ora si sa di più sul futuro dell'Agrati di Collegno, ma le novità non sono per nulla positive. In Regione Piemonte è stato firmato un accordo sulla cessazione dell'attività dello stabilimento torinese, quello di Collegno in cui lavoravano 82 persone. "Con questa chiusura si compie un'ingiustizia - il commento della sindacalista della Fiom-Cgil Marinella Baltera -. Neanche i tentativi effettuati fino all'ultimo dalle più alte cariche dello Stato hanno modificato la posizione aziendale".

L'accordo che per la Fiom di Torino rappresenta una sconfitta per tutti, dalla politica al governo e dalle istituzioni al mondo imprenditoriale, prevede due anni di cassa integrazione straordinaria, mobilità volontaria e incentivata per chi decide di dimettersi nei prossimi due anni, ricollocazioni con indennizzi in altri stabilimenti Agrati per 13 lavoratori a Vaduggio, 10 a Dolzago e 5 in Fracia a Chambery. L'accordo siglato prevede ancora un progetto di reindustrializzazione della fabbrica di Collegno con assunzioni incentivate. Su questo progetto però si sa ancora poco e i tempi sono ancora da definire.

"Nessuno è riuscito ad evitare che un'azienda sana e con i bilanci positivi chiudesse uno stabilimento che ha lavoro", chiosano ancora dalla Fiom. Riguardo l'accordo di chiusura Marinella Baltera ha detto che l'intesa raggiunta può dirsi soddisfacente, aggiungendo che "l'azienda si è dimostrata socialmente irresponsabile e abbiamo dovuto cedere al loro ricatto per evitare che da venerdì scattassero i licenziamenti".

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