La procura scrive il finale del giallo di Caronia: Viviana Parisi certamente suicida, il figlio Gioele probabilmente ucciso da lei
Unico scenario alternativo: la morte accidentale del bambino
"È possibile affermare, con assoluta certezza, come nella vicenda in esame non sia configurabile alcuna responsabilità dolosa o colposa, diretta o indiretta, a carico di soggetti terzi in relazione alle ipotesi di reato sopra specificate. Nessun soggetto estraneo ha avuto un ruolo, neanche marginale, mediato o indiretto, nella causazione degli eventi": lo scrive il procuratore di Patti (Messina) Angelo Cavallo nella lunga relazione depositata oggi, giovedì 29 luglio 2021, e con cui, a distanza di quasi un anno dal 3 agosto 2020 dalla scomparsa avvenuta a Caronia, si chiede l'archiviazione delle indagini sulla morte della torinese 43enne Viviana Parisi, trasferitasi in Sicilia per amore, e del figlio di quattro anni Gioele Mondello, e si dispone la restituzione dei corpi. Il procuratore ipotizza due scenari possibili.
La prima ipotesi è che la donna si sia suicidata gettandosi da un traliccio della corrente, cosa ormai assodata con certezza, dopo la morte accidentale del figlio, convinta di averla causata con la propria condotta. "Non si può escludere a priori - scrive Cavallo - che Gioele, durante il suo vagare per le campagne assieme alla madre, abbia subito un incidente di tipo traumatico (come una caduta accidentale), che abbia comportato una possibile lesione ad un organo interno, tale da determinarne, poco tempo dopo, il decesso; né si può escludere che Gioele possa aver subito un arresto cardiocircolatorio semplicemente dovuto a affaticamento eccessivo, stress emotivo, colpo di calore, sete".
La seconda ipotesi, "che continua a rimanere la tesi più probabile e fondata per questo ufficio, mentre l'altra è residuale", è che Viviana abbia ucciso Gioele e poi si sia suicidata. "Sintomatico - argomenta Cavallo - il fatto che l’unico materiale rinvenuto sotto le unghie delle mani di Viviana (indice, medio ed anulare) sia stato poprio il profilo genetico di Gioele. La donna, dopo la morte del piccolo, sia esso dovuto ad un evento accidentale (ma comunque ristretto ai limitati casi sopra indicati) o ad un suo gesto volontario, ha deposto il corpo di Gioele e si è allontanata, alla ricerca del primo luogo utile che le permettesse, in qualche modo, di porre fine alla sua vita, subito dopo incontrando il traliccio dell’alta tensione".
Pochi dubbi anche sulla temporalità degli eventi: "L’epoca della morte di Viviana - ricostruisce Cavallo - deve essere collocata all’interno di un arco temporale compreso, al massimo, tra le ore 12 e le ore 20 del giorno stesso della sua scomparsa, cioè il 3 agosto 2020, dunque a ridosso e nell’immediatezza dei fatti". Sono state smentite tutte le ipotesi di ricostruzioni diverse avanzate dai familiari. I consulenti hanno accertato anche come la morte del piccolo "sia comunque compatibile con la data della sua scomparsa, ossia il 3 agosto 2020, dunque in piena coincidenza temporale con la morte della madre".
Gli accertamenti sui reperti biologici di origine animale e di tipo veterinario-forense hanno permesso di rilevare, in primo luogo, "come Gioele non abbia subito, mentre era ancora in vita, alcuna aggressione da parte di animale (canidi, suidi o altro tipo ancora)". È stato invece accertato come le volpi abbiano svolto un ruolo di necrofago, ossia abbiano mangiato il cadavere dopo la morte. Escluso anche che la morte del bambino possa essere avvenuta a causa dell'incidente stradale in cui era rimasto coinvolto con la mamma poco prima della scomparsa.
La procura ha portato alla luce anche una serie di consulenze e alcune intercettazioni da cui emergono, secondo Cavallo, "in modo incontrovertibile le precarie condizioni di salute mentale di Viviana". Tra queste, il trasporto al pronto soccorso dell'ospedale di Barcellona Pozzo di Gotto il 18 marzo precedente. "Il medico intervenuto ha ricordato di aver visto Viviana sdraiata per terra, che ripeteva la frase: 'Abbiamo consegnato i nostri figli al demonio!'". A fine giugno, la donna era stata nuovamente trasportata al pronto soccorso del policlinico di Messina, per avere ingerito, volontariamente, come dicono i medici, dei farmaci "con chiaro intento autolesivo". Il procuratore elenca anche diverse altre testimonianze. Lo stesso marito Daniele Mondello l'aveva invitata più volte a curarsi, per il bene di se stessa e del figlio.
I corpi di Viviana e Gioele sono ancora nelle celle-frigo di due obitori di Messina: lei all'ospedale Papardo, il bimbo al Policlinico. Adesso, potrà essere finalmente organizzato il loro funerale, a meno di nuovi colpi di scena.
Dove e come chiedere aiuto
Parlare di suicidio non è semplice. Se stai vivendo una situazione di emergenza puoi chiamare il 112. Se sei in pericolo o conosci qualcuno che lo sia puoi chiamare il Telefono Amico al numero 02 2327 2327 (servizio attivo tutti i giorni dalle 10 alle 24) oppure puoi metterti in contatto con loro attraverso la chat di Whatsapp al numero 345 036 1628 (servizio attivo tutti i giorni dalle 18 alle 21). Altrimenti puoi rivolgerti a Samaritans Onlus al numero 06 77208977 (costi da piani tariffari del tuo operatore), un servizio attivo tutti i giorni dalle 13 alle 22.