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Venerdì, 26 Aprile 2024
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ThyssenKrupp: 4 anni dopo Torino ricorda le vittime di quella tragedia

Era il 6 dicembre del 2007 quando l'incendio alla Thyssen causò la morte di sette operai. Torino ha voluto ricordare le vittime questa mattina, a poche settimane dalla sentenza esemplare del Tribunale di Torino

Quattro anni sono passati da quella notte del 6 dicembre, quando alla Thyssenkrupp scoppiò un incendio che fu fatale per 7 operai. Un incidente che poteva essere scongiurato, se solo la proprietà avesse garantito la sicurezza dei lavoratori. Dopo anni dalla tragedia, a seguito della fase processuale per individuare le responsabilità, dopo le condanne esemplari per la dirigenza dell'acciaieria, la città si è ritrovata per ricordare Antonio Schiavone, Roberto Scola, Angelo Laurino, Bruno Santino, Rocco Marzo, Rosario Rodinò e Giuseppe Demasi.

I familiari, le Istituzioni, rappresentanti dell'Arma e dei Pompieri hanno deciso di farlo ritrovandosi al Cimitero Monumentale dove sono sepolti gli operai della Thyssen. Un corteo silenzioso ha sfilato per i viali del cimitero, fino a raggiungere le lapidi e la targa che ricorda quella notte e le sue vittime.

Torino ricorda le vittime della ThyssenKrupp



Il tempo non ha cancellato il dolore. I parenti sfilano in silenzio, a testa bassa. Una donna sfoglia un album fotografico che ripercorre per immagini la storia della Thyssenkrupp: dal rogo scoppiato nell'azienda al verdetto pronunciato in aula che ha inchiodato la proprietà alle proprie responsabilità condannandola per omicidio volontario. I rappresentanti della città di Torino, con la partecipazione di Tom De Alessandris, vicesindaco  e Giovanni Maria Ferraris, presidente del Consiglio, si sono stretti attorno al dolore dei famigliari. Al corteo anche l'ex presidente della Regione Piemonte, Mercedes Bresso ma anche comuni cittadini.

“E' un disastro cercato, voluto, che si poteva evitare – racconta il padre di Rosario Rodinò – Quando portai mi figlio a lavorare alla Thyssen non potevo immaginare cosa sarebbe successo. Quella notte non si trattò di un incidente, ma di un disastro cercato e voluto, che si poteva evitare. Si dice che il tempo guarisce ogni dolore: il tempo, quando muore un figlio a 26 anni sul lavoro, non serve a migliorare la situazione”.

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