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Cronaca Vanchiglia / Lungo Dora Siena, 100

Violenze al Campus Einaudi, sei ragazzi agli arresti domiciliari

Il provvedimento nei confronti di alcuni esponenti del centro sociale Askatasuna. Gli episodi risalgono al novembre scorso

Sei ragazzi agli arresti domiciliari e una ragazza sottoposta a obbligo di firma quotidiano. Sono questi i provvedimenti presi stamane dalla Digos nei confronti di sette esponenti del centro sociale Askatasuna, in riferimento ad alcuni episodi di violenza avvenuti alcuni mesi fa al Campus Einaudi.

Episodi che hanno raggiunto il culmine una mattinata di fine novembre. Quel giorno infatti, alcuni studenti militanti del CUA – Collettivo Universitario Autonomo, espressione del centro sociale Askatasuna – si erano introdotti nell’aula “Borsellino” dov’erano presenti, in accordo col Rettorato, i militanti del FUAN – Fronte Universitario d’Azione Nazionale – e, dopo aver manomesso la porta di accesso, avevano imbrattato i muri con scritte offensive, gettato oggetti in terra, sottratto due computer e, dulcis in fundo, sradicato anche la porta stessa.

Le violenze sono proseguite nel pomeriggio, allorché i militanti del FUAN, accompagnati dal consigliere comunale di Fratelli d’Italia Maurizio Marrone, hanno effettuato un sopralluogo in loco per verificare i danni subiti. Nella circostanza, circa 40/50 persone del CUA, dopo aver sbarrato loro la strada lungo il corridoio e urlato cori offensivi, hanno aggredito il gruppo e sferrato numerosi calci e pugni, causando a tre persone rispettivamente una frattura al naso, una ferita sopraccigliare e una distorsione cervicale.

Sulla base degli elementi raccolti le forze dell’ordine hanno deferito i sette membri in questione, nell’ordine: due 26enni di Torino, un 25enne del Cosentino (attualmente ai domiciliari per altra causa), un 25enne di Moncalieri, un 24enne del Foggiano, un 23enne del Pesarese e una 25enne di Roma. Per i primi sei sono scattati i domiciliari, mentre la ragazza è stata sottoposta a obbligo di firma presso la Questura di Torino.

Tuttavia, va detto che l’episodio incriminato ha rappresentato l’apice di un clima di alta tensione registratosi lungo tutta la scorsa stagione accademica e che ha coinvolto – oltre ai due gruppi già citati – anche il MPU, acronimo di Movimento Universitari Padani.
 

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