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Cronaca

Percorsi sociali e inserimento dei richiedenti asilo, partorito il vademecum regionale

Il testo raggruppa al suo interno informazioni necessarie per la gestione dell'accoglienza, per il percorso giuridico, per gli aspetti sanitari, per l’attività di volontariato, la formazione e per l’inserimento lavorativo dei richiedenti asilo

È stato presentato ieri mattina a sindaci ed enti gestori dell'accoglienza profughi in Piemonte il Vademecum redatto dall'assessorato all'Immigrazione della Regione. Un testo, fortemente voluto dall'assessora Monica Cerutti, che raggruppa al suo interno informazioni necessarie per la gestione dell'accoglienza, per il percorso giuridico, per gli aspetti sanitari, per l’attività di volontariato, la formazione e per l’inserimento lavorativo dei richiedenti asilo.

"Questo Vademecum è oggi ancor più utile rispetto a quando lo abbiamo immaginato perché la strumentalizzazione e la non informazione è straripante. La Regione Piemonte combatte quotidianamente quella che rischia di diventare la dittatura della paura. Alimenta la dittatura della paura la vicina Regione Lombardia che annuncia il divieto dell'utilizzo del burqa negli ospedali e negli uffici regionali, quando questi aspetti sono regolamentati da leggi nazionali. Noi crediamo che le istituzioni non debbano cavalcare il tema dell'immigrazione strumentalmente, ma debbano fornire le informazioni corrette ai cittadini e alle cittadine" - ha dichiarato Monica Cerutti, assessora all'Immigrazione della Regione Piemonte, in apertura dell'incontro. "La nostra non è propaganda; questo Vademecum è uno strumento che abbiamo messo in mano a sindaci e operatori. Stiamo facendo un percorso collettivo e la Regione ha un ruolo di coordinamento che è facilitato dalla collaborazione che istituzioni e enti gestori hanno messo in campo» - ha continuato l'assessora regionale all'Immigrazione.

Monica Cerutti ha poi concluso il suo intervento ribadendo l'impegno che deve ancora essere messo in campo: «Dobbiamo porci un obiettivo ambizioso. Spesso lo dico: dobbiamo costruire un'accoglienza strutturale in Piemonte! Per fare questo dobbiamo combinare l'esigenza di rendere operativi entrambi i due Centri regionali di prima accoglienza (Castello di Annone e Settimo Torinese) con un sistema di accoglienza diffuso su tutto il territorio regionale attraverso progetti SPRAR (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati), gestiti direttamente dalle amministrazioni comunali». 

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