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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Omicidio rapinatore, "Le immagini delle camere chiariranno tutto"

Ieri è stato ascoltato il complice della vittima, in carcere dopo la tentata rapina. Oggi è il turno del gioielliere, iscritto ieri nel registro degli indagati per eccesso di legittima difesa

Oggi verrà ascoltato il gioielliere Pier Angelo Conzano iscritto nel registro degli indagati per l'uccisione del rapinatore Francesco Procopio. Ieri era ancora sotto shock ed è slittato tutto ad oggi. E' stato invece ascoltato il complice di Procopio: secondo la sua versione dei fatti, il gioielliere avrebbe sparato a brucia pelo non appena i due sono entrati nel negozio. "Prima ancora - ha riferito il suo legale, avv. Ferruccio Cannata - che i due estraessero le pistole giocattolo che avevano con loro". Questa versione, che è al vaglio del pm Sanini, è però respinta con forza dallo stesso gioielliere. "Ho sparato perché mi sentivo in immediato pericolo di vita - ha detto - In un'altra situazione non lo avrei fatto. Sono ancora choccato per quanto accaduto e non so se riuscirò a tornare più nel mio negozio".

Da parte dell'avvocato del proprietario del negozio c'è molta fiducia sulla risoluzione del caso: "Contiamo - ha detto l'avv. Loredana Gemelli che difende Pier Angelo Conzano - di chiarire tutto già in questa sede. Le immagini degli impianti video del negozio faranno chiarezza su quanto accaduto durante la rapina". Proprio da una prima visione dei filmati - è trapelato in giornata da ambienti vicini all'inchiesta - si intuisce che effettivamente un'aggressione da parte di Procopio nei confronti del gioielliere vi sia stata. Non è chiaro, invece, il modo in cui sia partito il colpo di pistola che ha ucciso il rapinatore, recidendogli l'arteria omerale. Dai filmati si capisce soltanto che i due si trovavano a distanza molto ravvicinata. Oggi i Carabinieri hanno effettuato nuovi sopralluoghi all'interno del negozio raccogliendo ulteriori elementi per le indagini e hanno continuato l'analisi dei filmati. Dalle indagini è risultato che il rapinatore ucciso da qualche tempo faceva uso di sostanze stupefacenti. Era separato, aveva due figli e in passato aveva gestito un banco di vendita di salumi e formaggi in alcuni mercati nella zona ovest di Torino, dove abitava.

(ANSA)
 

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