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Stand chiusi per protesta, Tuttinfiera a rischio "chiusura anticipata"

Poco pubblico, poca pubblicità, freddo e sporcizia. Questo è quello che lamentano gli espositori della fiera in scena a Lingotto e per cui hanno iniziato una protesta che rischia di far chiudere i battenti di molti stand di Tuttinfiera in anticipo

TORINO - La foto presente sul sito internet di "Tuttinfiera", l'evento che ha aperto i battenti il 6 aprile al Lingotto Fiere e che, almeno in teoria, si dovrebbe chiudere il 14 aprile, non sta rispecchiando esattamente la realtà. L'immagine ritrae moltissime persone intente a comprare e assaggiare quello che viene loro proposto. Ma, da un paio di giorni, e in particolare da ieri, va in scena la protesta da parte degli standisti per la mancanza di pubblico. Stand chiusi e fiera vuota per tutto il pomeriggio di mercoledì. "E' una vergogna per la città - ci denuncia Andrea, proprietario di uno stand in cui vende prodotti tipici piemontesi -. Abbiamo fatto un investimento per essere qui. Io fortunatamente abito a Torino, ma molti di noi vengono da Bari, Padova e altre parti d'Italia e la mancanza di pubblico è un grosso problema".

Sicuramente non si possono obbligare i torinesi ad andare a Lingotto per la fiera e questo lo sanno bene anche gli standisti. La loro attenzione infatti è rivolta soprattutto verso la "mancanza di pubblicità e alla poca sponsorizzazione, fatta quasi soprattutto per la promozione degli eventi serali". Il costo per la partecipazione a Tuttinfiera è stato di circa 1.200 euro a venditore. Prezzo pagato per un posto di 3 metri per 3. L'investimento dovrebbe rientrare con la conoscenza del marchio proposto e con la vendita diretta al pubblico. Come recita lo stesso sito internet della fiera, rivolgendosi agli espositori, "potrete essere protagonisti di un grande centro commerciale in città che darà spazio alle vendite, con migliaia di acquirenti pronti a valutare le vostre offerte".

I problemi per la fiera, che a Torino è stata organizzata dopo vent'anni dall'ultima edizione, sono cominciati nella giornata di lunedì. "Lunedì ho guadagnato solo 8 euro - ci racconta l'espositore Andrea -. Un altro stand che vende vini pregiati fino ad ora ha venduto solo tre bottiglie. E' un grosso danno che ha convinto tutti gli espositori a non tornare più a Torino nei prossimi anni, nonostante la città sia piaciuta moltissimo". Convinti che la mancanza di pubblico acquirente sia dovuta a diversi fattori tra cui poca pubblicità, riscaldamento assente, sporcizia e mancanza di una location bella da vedere, gli standisti sono in sciopero da ieri. Fatto che ha colpito gli organizzatori, i quali hanno richiesto di poter incontrare una rappresentanza degli espositori oggi pomeriggio, prima dell'orario di apertura di Tuttinfiera. "Sappiamo che ci sono stati dei problemi da inizio settimana - ci dicono dalla Gl Events -. Purtroppo lunedì a Torino c'è stato sciopero dei mezzi pubblici e nei giorni a seguire ha piovuto e la temperatura non ha aiutato. I numeri che si sono registrati nello scorso fine settimana però sono molto alti: tra sabato e domenica abbiamo avuto oltre 12 mila visitatori, cosa che potrebbe ripetersi nel week end di chiusura fiera".Schermata 04-2456395 alle 12.38.50-2

Quanto alle critiche mosse da parte degli espositori gli organizzatori tendono a stemperarle. "Il problema 'freddo' è vero, non possiamo negarlo, ma in realtà il guasto al riscaldamento è stato risolto nel giro di un giorno, provare per credere". I numeri della protesta ha coinvolto circa l'80% degli stand secondo gli espositori, meno del 50% per gli organizzatori. "Capiamo le loro lamentele ma così facendo fanno un danno anche a loro stessi - proseguono dalla Gl Events -. La protesta logistico organizzativa è partita da due o tre stand e si è estesa anche in modo forzato. Dire che manca la moquette o che la location è 'brutta' è una cosa che va contro quello che già sapevano e che c'era scritto sul modulo che hanno firmato. Abbellire troppo avrebbe avuto un costo maggiore anche per loro". Problema pubblicità: "C'è stata una comunicazione capillare in tutta la Regione", sottolineano gli organizzatori.

La vicenda è destinata comunque a risolversi prima dell'orario di apertura previsto per le ore 17. Le parti si dovrebbero venire incontro e alla fine gli espositori dovrebbero ricevere un rimborso. Chiudere in anticipo non converrebbe né agli standisti, né agli espositori. "Ci hanno chiesto un rimborso gli espositori. Non è assicurato - ci anticipano da Gl Events -, ma non è neppure escluso. E' da valutare. Noi comunque siamo aperti al dialogo".

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