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Cronaca

Trapianto della testa, il neurochirurgo torinese ripropone la sua tesi

Il medico Sergio Canavero ci aveva provato già un anno fa a divulgare i suoi studi, ma era stato fortemente criticato. "Fantascienza è soltanto l'incompetenza di chi parla senza conoscere la materia", la sua obiezione

Il neurochirurgo torinese Sergio Canavero torna a parlare di trapianto di testa nell'uomo. Un argomento che poco più di un anno fa gli valse duri attacchi da parte di medici e di coloro che hanno visto come non eticamente accettabile un'operazione del genere. Lui, incurante delle critiche, ha continuato i suoi studi e da poco sono uscite le sue nuove teorie al riguardo sulla rivista Frontiers in Neurology.

Canavero spiega come - secondo lui - si possano fondere insieme i monconi del midollo osseo tagliato chirurgicamente con una lama ultra tagliente e di come siano infondate le attuali conoscenze neurologiche sulle vie di trasmissione degli impulsi motori.

Per la rivista Frontiers in Neurology le argomentazioni del neurochirurgo torinese sono solide, anche perché avvalorate da una sperimentazione sui ratti effettuata nel Centro Medico dell'università Heinrich-Heine di Dusseldorf, in Germania. Con i suoi studi Canavero avrebbe dimostrato "iniettando un fusogeno (materiale chimico, ndr) fra i due monconi in cui era stato tagliato il midollo spinale i ratti hanno recuperato pienamente l'uso degli arti".

Dura critica di Silvio Viale >>

L'argomento è destinato nuovamente a far discutere. Già un anno fa molti paragonarono la tesi del neurochirurgo al romanzo "Frankenstein", scritto tra il 1816 e il 1817 da Mary Shelley. Il medico non si è però arreso e, anzi, attacca a sua volta: "Fantascienza è soltanto l'incompetenza di chi parla senza conoscere la materia - dice Canavero -. Io sono soltanto uno strumento, spetta alla società stabilire se utilizzarlo o meno. Credo, però, che i tanti Welby che ci sono in Italia, e non solo, potrebbero avere prospettive ben diverse da quelle di chi cerca l'eutanasia a tutti i costi".

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