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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Trapianto di cuore per coprire errore. A giudizio primario delle Molinette

Trapiantare un cuore per coprire un errore. E' la sconcertante accusa che la procura di Torino ha deciso di muovere in un'inchiesta sfociata in tre rinvii a giudizio. Tre i medici coinvolti, tra cui un primario di cardiochirurgia

Quello che è emerso da un'inchiesta della Procura di Torino si profila come qualcosa di agghiacciante e sconcertante in ambito medico, se dovesse essere confermato. Tre medici sono stati rinviati a giudizio per una vicenda avvenuta il 22 marzo del 2008, legata al decesso della paziente di 67 anni, Pasqualina Amodeo. La donna, era stata sottoposta a un'operazione che sembrava essere di routine, la sostituzione della valvola aortica, ma chi eseguì l'intervento, secondo l'accusa, chiuse l'arteria coronarica sinistra. Fu un errore, e per coprirlo vennero eseguiti altri cinque interventi, tra cui il trapianto del cuore, che non bastarono per salvare la vita alla donna.

I medici rinviati a giudizio sono accusati di omicidio pretereintenzionale, perché il trapianto non aveva giustificazioni terapeutiche. l'accusa è grave e comporta il processo in Corte d'Assise, ma non è inedita nelle aule di giustizia. Di inedito ci sono il peculato del cuore, visto che l'organo, considerato di proprietà del Servizio Sanitario Nazionale, è stato utilizzato per scopi differenti, e la frode processuale, che si riferisce a un presunto "giallo" sulla sparizione di una valvola cardiaca. Marginale resta un'accusa di falso legata al confezionamento di un referto.

Tra i tre medici coinvolti c'è anche Mauro Rinaldi, primario di cardiochirurgia dell'ospedale, molto conosciuto nell'ambito scientifico. Insieme a lui anche il suo assistente e un anestesista. La difesa annuncia battaglia: "Le perizie - dice l'avvocato Cesare Zaccone, difensore di Rinaldi - hanno accertato che non ci sono stati errori e che il trapianto non era inutile, perché esistevano ancora delle possibilità di salvezza per la paziente. Lo dimostreremo".

Intanto il senatore del Pd Ignazio Marino, presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sul Servizio Sanitario Nazionale, afferma che "se il processo confermerà quanto è emerso nel corso delle indagini siamo in presenza di qualcosa di agghiacciante". Per Marino "é un doppio crimine perché sono state uccise due persone: la donna vittima di un errore medico e la persona in attesa di un cuore che avrebbe potuto salvarle la vita. I tre medici hanno fatto un uso privato di un inestimabile bene pubblico, un organo messo a disposizione generosamente". (Ansa)

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