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Cronaca Barca / Lungo Stura Lazio

3250 firme per lo sgombero dei campi abusivi. La voce dei cittadini

Da Barca fino a Villaretto. In tanti hanno firmato l'iniziativa di delibera popolare che chiede un nuovo regolamento per le baraccopoli irregolari della città di Torino

Dalle parole ai fatti. La protesta contro le condizioni dei campi abusivi della periferia nord entra in una nuova delicatissima fase. I tavoli sociali di Barca, Bertolla e Falchera, i comitati di cittadini e i partigiani del circolo Anpi hanno raccolto in poche settimane qualcosa come 3250 firme. Un’iniziativa di delibera popolare consegnata in Comune di Torino nella speranza che le istituzioni decidano di risolvere l’emergenza che da anni attanaglia via Germagnano, strada dell’Aeroporto e lungo Stura Lazio. Un grido di dolore che arriva non solo dalla Falchera e dalla Barca ma anche dal Villaretto. 

Quartieri “dimenticati” che vivono quotidianamente a contatto con i nomadi. E alla Città, ora, toccherà dare delle risposte. I firmatari, di sicuro, sembrano avere le idee chiare. A cominciare dalla richiesta di sgombero dei campi irregolari e continuando con un progetto di accoglienza e creazione di micro-insediamenti. Strutture che andrebbero collocate in Torino e Provincia e non sono al confine tra le circoscrizioni Cinque e Sei dove il degrado è all’ordine del giorno. “Tutte le persone che hanno firmato vogliono il superamento dei campi – dichiara Fulvio Tagliabò, il presidente del Tavolo Sociale di Barca e Bertolla -. Non è più ammissibile che delle persone siano costrette a vivere nel fango in compagnia dei topi. E’ uno smacco per la città, bisogna cambiare assolutamente”. 

3250 firme per i campi nomadi

'No deciso' alla realizzazione di un quarto campo. Parere favorevole, invece, per la pulizia dell’area e per l’integrazione di quelle persone che vogliono vivere senza delinquere. Un aiuto verrà chiesto anche alla Regione e alla Provincia. “Aspettiamo i 5 milioni promessi dal Governo, poi pretenderemo di sapere i provvedimenti che verranno adottati” conclude Tagliabò. “Vogliamo che si metta la parola fine all’illegalità – aggiunge Francesco Vercillo a nome dell’Anpi -. Ci vuole un progetto graduale che porti poco a poco quella gente fuori dalle baraccopoli. Luoghi dove nessun essere umano dovrebbe vivere”. 

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