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Cronaca

Torino, non autosufficienza: chi se ne occupa?

Osservatorio Sanità UniSalute: che sia direttamente un familiare (29%) o una badante (33%), per i torinesi l’assistenza spetta alla famiglia. Per il 64% dei torinesi è il passaparola il modo migliore per trovare una badante

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di TorinoToday

Secondo l'Istat, nel 2011 gli over 65 in Italia erano circa 12 milioni e 300 mila - con oltre sei milioni di ultra settantacinquenni - mentre nel 2030 saranno il 33% della popolazione1, con 3,5 milioni di non autosufficienti (contro gli attuali 2 milioni). Si stima che nel 2013 a Torino gli over 65 fossero più di 526 mila2.

Non stupisce dunque scoprire dalla nuova ricerca3 dell'Osservatorio Sanità4 di UniSalute, la compagnia del Gruppo Unipol specializzata in assistenza sanitaria, che il 55% dei torinesi conosca personalmente casi di persone non autosufficienti che hanno bisogno di assistenza.

Ma a chi si affiderebbero sotto la Mole per le cure alle persone non autosufficienti? Se il 30% si rivolgerebbe a una casa di cura e l'8% al Servizio Pubblico, la maggior parte dei torinesi crede che sia la famiglia la principale "istituzione" che deve prendersi carico dell'assistenza. Come? Attraverso una badante, scelta preferita da un torinese su tre (33%) o direttamente un familiare secondo il 29% del campione (percentuale che sale al 48% tra gli intervistati over 55).

E come muoversi nella maniera più rapida ed affidabile per reclutare la badante? Per quasi 2 torinesi su 3 è il passaparola lo strumento migliore: il 64% infatti si affiderebbe alle indicazioni di amici e parenti. Non solo, perché il 15% chiederebbe consiglio alle associazioni di volontariato, il 13% al proprio Comune o Provincia mentre l'8% si affiderebbe alle agenzie per il lavoro.

Il problema della non autosufficienza è una delle sfide centrali della sanità italiana per il prossimo futuro ed è ormai evidente che il SSN, farà sempre più fatica a rispondere alle reali esigenze del cittadino. Nonostante l'aumento della popolazione anziana e quindi del fabbisogno assistenziale, in Italia infatti, la spesa pubblica per la non autosufficienza è rimasta costante: secondo la Ragioneria Generale dello Stato, la percentuale di PIL destinata alla spesa per anziani non autosufficienti è rimasta immutata tra il 2010 e il 2011, attestandosi all'1,28%.

In questo scenario l'assistenza rimane in carico alle famiglie e lo status economico rischia di essere sempre più rilevante nel determinare l'accesso e la qualità dell'assistenza in caso di non autosufficienza. E' quindi indispensabile sviluppare il secondo pilastro della sanità (a fianco di quello pubblico) con il coinvolgimento delle autorità pubbliche - nazionali e locali - del mondo del lavoro e di operatori specializzati in grado di organizzare e gestire l'erogazione di prestazioni assistenziali sostenibili nel tempo.

1 Fonte: Istat - Noi Italia 2013

2 Elaborazione TuttaItalia.it su dati Istat

3 Indagine CAWI condotta dall'istituto di ricerca Nextplora nel 2014 su di un campione rappresentativo della popolazione italiana per quote d'età (over 30), sesso ed area geografica.

4 L'Osservatorio Sanità di UniSalute, avviato nel 2002 con l'obiettivo di monitorare il mondo della sanità integrativa, si occupa oggi anche della percezione degli italiani su temi quali prevenzione, fiducia, competenza, conoscenza dei servizi sanitari pubblici e privati, oltre che sul ruolo del welfare sanitario in azienda.

UniSalute è la prima assicurazione sanitaria in Italia per numero di clienti gestiti. Si occupa esclusivamente di assicurazione per la salute in modo unico ed innovativo attraverso il lavoro di 560 persone, tra cui 45 medici presenti in azienda e un network qualificato di strutture sanitarie convenzionate direttamente presso le quali gli assicurati possono usufruire di prestazioni sanitarie di qualità con ridotti tempi di attesa e con il pagamento della prestazione da parte della Società.

Ogni cliente UniSalute ha dietro di sé la forza di 4,3 milioni di assicurati e di una "centrale di acquisto" che garantisce un controllo qualificato e costante della qualità: 9 clienti su 10 consigliano la struttura in cui hanno effettuato le cure. La rete di strutture sanitarie convenzionate è diffusa capillarmente su tutto il territorio nazionale e comprende ospedali, case di cura, poliambulatori, centri diagnostici e fisioterapici, studi odontoiatrici e di psicoterapia.

Fondata dal Gruppo Unipol nel 1995, UniSalute è leader nazionale nella gestione dei Fondi Nazionali di categoria, delle Casse Professionali e delle Casse aziendali.

www.unisalute.it

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