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Cronaca Ivrea

Indagini sulla morte di Tito Traversa, ipotesi omicidio colposo

La tragedia si consumò lo scorso 2 luglio. Tito Traversa si trovava in Francia quando cadde da 20 metri d'altezza. Il magistrato sta valutando le posizioni del produttore dei moschettoni, del venditore e degli istruttori

Potrebbero esserci responsabilità penali per la morte di Tito Traversa, il ragazzo eporediese di 12 anni morto il 2 luglio ad Orpierre, in Francia, precipitando da un'altezza di 20 metri mentre praticava il suo sport preferito: l'arrampicata. Il pmRaffaele Guariniello ritiene che potrebbero esserci state alcune carenze commesse in Italia.

Sotto la lente d'ingrandimento del magistrato torinese ci sono le posizioni del produttore dei moschettoni - una ditta lombarda -, del venditore e degli istruttori del dodicenne deceduto. Intanto è stato aperto un fascicolo per omicidio colposo.

Tito cadde a causa di un difetto nell'assemblaggio degli agganci di sicurezza. Era stato inoltre accertato che alcuni gommini a cui, per errore, era stata ancorata una fettuccia di sicurezza, erano ceduti. La fettuccia avrebbe dovuto essere inserita all'interno dei moschettoni. Il ragazzo, che non indossava il casco, aveva appena concluso una prova di arrampicata e, per scendere, aveva fissato gli agganci a una fune caricandoli del proprio peso.

Tito Traversa era una giovane promessa italiana del free-climbing. Era residente ad Ivrea e in pochi anni si era laureato due volte baby campione italiano e del mondo di arrampicata sportiva.

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