Tempi bui per il dazio di piazza Bengasi: potrebbe essere demolito
L'ex dazio potrebbe essere demolito nella riqualificazione della piazza. Non è tutelato dalla soprintendenza
È uno degli ultimi caselli daziari della città. È il dazio di piazza Bengasi, costruito nel 1912, rappresenta un classico esempio di ufficio amministrativo della cinta daziaria torinese, allora estesa fino alla più estrema periferia nord e sud della città. Il destino della struttura, però, è incerto, se non addirittura segnato. La casetta gialla, infatti, potrebbe essere presto demolita. Un piccolo “monumento” della storia recente di Torino potrebbe allora sparire per sempre. E sarebbe un peccato: di dazi perfettamente conservati non ce ne sono molti. Esempi rimasti dell’ultima cinta daziaria esistono ancora in piazza Rebaudengo o piazza Cirene, ma molti altri sono stati distrutti.
La storia recente dell’ex dazio di piazza Bengasi non è esaltante. Osteggiato dai mercatali della piazza, era diventato anche un dormitorio per disperati. Oggi, è stato dato in concessione per un anno all'associazione Agorà, che ne occupa il primo piano, mentre il pian terreno è assegnato agli addetti del cantiere della futura stazione Bengasi del metrò. I lavori, adesso, cingono d’assedio l’edificio, al quale si può accedere solo tramite un budello che si snoda tra ruspe e scavatori; chiaramente sarà tutto diverso quando finiranno i cantieri, e la piazza sarà riqualificata. Ma dopo quale sarà il destino del dazio?
“Non esiste vincolo della soprintendenza che tuteli il vecchio dazio di piazza Bengasi” , spiega Massimiliano Miano, vice presidente della Nove e coordinatore all'urbanistica. E dunque, senza tutela, la casetta potrebbe essere abbattuta. “In previsione di un rifacimento della piazza, non è previsto il mantenimento della casetta – prosegue infatti Miano – nell'ipotesi però che il mercato, oggi trasferito in via Vigliani, rimanga nella sua nuova sede, e la porzione di piazza venga pedonalizzata, il dazio potrebbe allora salvarsi”.