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Cronaca

Suicidio al Caffè Plattì, Olivero (Sermig): "Fermiamoci a riflettere"

Ernesto Olivero commenta il fatto di cronaca che ha scosso la domenica torinese: "Il fatto che al Bar Platti dopo la morte di una povera donna in sofferenza, tutto sia proseguito come se nulla fosse accaduto, ci deve far riflettere"

Ha scossa la domenica mattina di Torino il suicidio al Caffè Plattì. "La morte di qualcuno è sempre qualcosa che chiama tutti a fermarci un attimo, a pregare e ad entrare in sintonia con quella persona e la sua famiglia, il fatto che al Bar Platti di Torino, dopo la morte di una povera donna in sofferenza, tutto si è proseguito come se nulla fosse accaduto, ci deve far riflettere". Lo afferma Ernesto Olivero, fondatore del Sermig di Torino.

Olivero due giorni fa è tornato da San Paolo del Brasile dove ha accompagnato la Croce della Giornata della Gioventù, che l'anno prossimo si terrà proprio in Brasile, a Rio de Janeiro. "Nella nostra casa di San Paolo - ha detto Olivero - dove ospitiamo ogni notte 1300 persone di strada, due giorni fa è morto Modesto, uno degli ospiti, e tutta la casa si é fermata a pregare in silenzio. Il silenzio - ha aggiunto Olivero - è qualcosa che ci fa sentire più vicini e anche rispettosi nei confronti di chi soffre e di chi muore".

Nessun giudizio tutttavia sui gestori del locale, ci tiene a precisare il fondatore del Sermig, che ha però aggiunto di "voler indicare a tutti la necessità, l'urgenza, di lavorare per una società più solidale e attenta a chi si ha vicino. Quella donna aveva sicuramente sofferto molto e anche da morta non è stata amata e capita".

(ANSA)

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