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Cronaca Barriera di Milano / Via Montanaro

Da sede dello spaccio a giardino per le famiglie, ecco come è rinata via Montanaro

I lavori previsti dal comitato Urban Barriera di Milano hanno ridato nuova vita al giardino, in passato frequentato dai malintenzionati.

Del vecchio gabbiotto rimangono i resti a terra, forse solo più il ricordo. Oggi passeggiando per via Montanaro non si ha più la sensazione di essere immersi nel degrado. Ci sono le panchine, c’è un sistema di illuminazione ad hoc e non mancano i tavoli da ping pong che permetteranno ai ragazzini di riappropriarsi di un’area che per troppo tempo sono stati costretti a lasciare in mano agli spacciatori e ai drogati. Quella che si respira dalle parti di via Montanaro è senza ombra di dubbio un'aria nuova. Tanto per cominciare il giardino, delimitato anche da corso Giulio Cesare e via Spontini, è stato riaperto per la gioia dei residenti del quartiere.

Sotto gli occhi di tutti il nuovo arredo e l’assenza di quel basso fabbricato dove un tempo i tossici facevano la fila per andare a bucarsi. Un ex distributore di benzina smontato dalle ruspe e cancellato insieme a quei funesti ricordi. "Un passato che non ritornerà, almeno noi lo speriamo" dichiara un anziano, seduto sulle panchine con gli amici. La stessa sensazione che ha da giorni anche il comitato Urban Barriera di Milano che sul restyling di alcune aree ha speso tempo, soldi e pazienza.

"Quel terreno faceva parte degli spazi residuali che ci eravamo promessi di riqualificare – spiega il presidente di Urban Luca Cianfriglia -. E’ stato l’epilogo di un’avventura partita un anno e mezzo fa e ora, al termine dei lavori, ci auguriamo che siano i cittadini ad usufruire di tutte le novità". E ai residenti sono stati donati altri due spazi: la “Clessidra” in largo Giulio Cesare, davanti all’ex caserma dei carabinieri, e la vecchia aiuola tra via Montanaro e corso Palermo, proprio a due passi dalla sede del comitato Urban.

Punti che non saranno semplicemente riqualificati con due panchine ma che al contrario diventeranno luoghi di aggregazione con tanto di attività gestite dal comitato stesso. In modo tale da tenere lontano una volta per tutte un tentativo di inserimento di malintenzionati e perditempo. Una rinascita che partirà proprio dal coinvolgimento dalle famiglie, troppo spesso lasciate sole contro i problemi.

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