rotate-mobile
Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Le sfumature del disgusto in piemontese: “Che sgiai” o “che scheur”

Li usiamo entrambi per dire "che schifo", ma c'è una grande differenza tra queste due espressioni dialettali: ecco il significato preciso

Come si dice “che schifo!” in piemontese? Molto spesso usiamo l'espressione “che sgiai”, ma non sempre è corretto e bisognerebbe ricorrere al termine “scheur”, scritto anche “scör”.

Certo, in generale come impariamo fin da piccoli dire “che schifo” non è esattamente un'espressione civile ed educata, ma a volte è difficile se non impossibile trattenersi: nel caso, ecco come esprimere il disgusto in piemontese con la frase giusta.

Sgiai, scheur, così come anche stri e il “semplice” schefi sono vocaboli del dialetto piemontese che indicano sentimenti negativi, di distacco rispetto all'oggetto appunto del sentimento. Ricercando negli antichi vocabolari di dialetto piemontese emergono però delle differenze, in particolare tra sgiai e scheur, i termini più usati ancora oggi.

Sgiai indica orrore, spavento, raccapriccio nella vista di qualcosa. In pratica, uno “schifo” soprattutto mentale e visivo, come di fronte a un film che non ci piace, a un cibo non gradito, a un comportamento altrui. Qualcosa che ci fa venire i brividi e ci incute un certo orrore.

Scheur indica invece uno “schifo” molto più di pancia. Il suo significato è infatti più simile a nausea, senso di vomito e mal di stomaco. Qualcosa di molto più fisico, ben diverso dall'orrore: “che scheur”, quindi, è appropriato di fronte a qualcosa che ci dà il voltastomaco, in maniera sia oggettiva sia soggettiva.

FONTI

Giovanni Pasquali, “Nuovo dizionario piemontese – italiano ragionato e comparato alla lingue comune, coll’etimologia di molti idiotismi, premesse alcune nozioni filologiche sul dialetto” (1869). Link

Casimiro Zalli, “Dizionario piemontese italiano, latino e francese, compilato dal sac. Casimiro Zalli di Chieri” (1830). Link 1 Link 2

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Le sfumature del disgusto in piemontese: “Che sgiai” o “che scheur”

TorinoToday è in caricamento