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Cronaca San Mauro Torinese

L'impresa edile 'lava' i soldi del traffico di droga, sequestrati beni per 13 milioni

Bloccati appartamenti, gioielli, orologi, veicoli, conti correnti, cassette di sicurezza e anche due società ritenute fantasma intestate a un 57enne di San Mauro Torinese

Appartementi, tra cui uno nella lussuosa Marina di San Lorenzo al Mare, vicino a Imperia; cassette di sicurezza con denaro contante, gioielli, orologi; autoveicoli di ogni tipo e qualche terreno; conti correnti (con almeno due milioni di euro) e due società edili ritenute del tutto inattive, ossia utili soltanto a 'lavare' il denaro sporco del traffico di droga. E' quanto la divisione anticrimine della questura ha sequestrato a un 57enne residente a San Mauro Torinese. Alla fine il conto ammonta 13 milioni di euro di valore.

Gli agenti hanno eseguito un decreto di sequestro disposto dal tribunale su proposta del questore. Riguarda beni non solo intestati direttamente a lui, ma anche ai suoi familiari e a prestanome. Secondo gli investigatori, tutto il patrimonio è stato accumulato in modo illecito. Il traffico di droga arrivava addirittura fino in Canada, secondo quanto è stato accertato.

Il destinatario del provvedimento è di fatto ancora incensurato anche se in passato ha fatto parlare molto di sé. Noto nel quartiere San Donato, a Torino, come 'Il barbiere' (per la professione che ha effettivamente svolto fino al 1996, anno in cui è passato improvvisamente al settore dell'edilizia), era stato accusato di avere tentato di uccidere un agente di polizia penitenziaria nel 1989 e poi anche di avere avuto rapporti con la cosca di 'ndrangheta Ursini-Ierinò. Tuttavia le accuse non erano mai state dimostrate. Nel giugno dello scorso anno, invece, i carabinieri lo avevano arrestato per l'estorsione a un capo ultrà della Juventus, accusato di essere un grosso trafficante di droga, e a sua moglie (quest'ultimo procedimento giudiziario deve invece ancora concludersi).

"Il modo più efficace di combattere la criminalità - ha detto Maria Grazia Corrado, capo della divisione anticrimine della questura - è aggredire il suo patrimonio. La strada in questo caso è ancora lunga, perché ci saranno ricorsi e diversi gradi di giudizio, ma l'obiettivo, in questo caso come in altri, è arrivare alla confisca in modo che i beni entrino nella disponibilità dello Stato".

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