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Cronaca Pinerolo

"Società fatte fallire e beni intestati ai familiari": maxi sequestro da due milioni e mezzo a un imprenditore di Pinerolo

Provvedimento finalizzato alla confisca

La compagnia di Pinerolo della guardia di finanza ha eseguito, nella primissima mattinata di oggi, giovedì 11 novembre 2021, un decreto di sequestro emesso dal tribunale di Torino nei confronti di un imprenditore pinerolese gravato da precedenti penali per reati fiscali, bancarotta fraudolenta, riciclaggio e autoriciclaggio. Le indagini, durate un anno, sono partite da una verifica fiscale eseguita nei confronti di una società operante nel settore della vendita di mobili, "all’esito della quale - si legge in una nota - sono state accertate plurime violazioni alla normativa tributaria e in materia fallimentare, con conseguente segnalazione dell’imprenditore all’autorità giudiziaria per i reati di omessa presentazione della dichiarazione, per un importo di oltre un milione di euro, e di bancarotta fraudolenta".

Da qui il provvedimento cautelare preventivo emesso da un giudice e finalizzato alla confisca 'per equivalente' (ossia lo Stato punta a incassare la cifra che ritiene sia stata indebitamente sottratta) nei confronti della società e del suo legale rappresentante, che ha consentito di sottoporre a sequestro conti correnti e due immobili in corso di costruzione, oltre a cinque aziende di grosse dimensioni e 14 rapporti finanziari riconducibili, direttamente o indirettamente, all’imprenditore pinerolese, per un ammontare di oltre 2,5 milioni di euro. "I successivi approfondimenti - si legge nella stess nota - hanno permesso di smascherare un vasto e intricato sistema criminoso, messo in piedi dall’imprenditore, finalizzato alla commissione di reati di natura fiscale, fallimentare, riciclaggio e autoriciclaggio, attraverso la costituzione, nel tempo, di diverse società allo scopo di conseguire indebiti vantaggi economico-patrimoniali".

Secondo i finanzieri, "è stato acclarato come il soggetto avesse volutamente e sistematicamente omesso di adempiere alle obbligazioni fiscali in capo alle ulteriori società nel frattempo costituite, accumulando debiti verso l’erario complessivamente quantificati in oltre due milioni di euro, depauperando, al contempo, il patrimonio aziendale e lasciando le imprese in stato di dissesto. Pertanto, i finanzieri hanno approfondito la situazione reddituale e patrimoniale dell’imprenditore, accertando che lo stesso aveva impiegato il denaro proveniente dagli illeciti perpetrati in attività economiche e finanziarie, in modo da ostacolare concretamente la relativa provenienza delittuosa, facendo transitare tali somme su conti correnti intestati a soggetti terzi (suoi familiari e aziende a questi ultimi intestate)".

Da questo i militari hanno accertato "una rilevante sproporzione tra il profilo patrimoniale e quello reddituale dell’imprenditore e dei suoi familiari i quali, pur non avendo percepito per anni alcun tipo di reddito, o avendo conseguito sporadicamente minimi emolumenti, sono risultati direttamente o indirettamente intestatari di numerosi immobili, acquisiti nel tempo attraverso l’impiego dei capitali di matrice illecita".

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