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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca Pozzostrada / Via Tofane

Emergenza freddo: al pronto soccorso del Martini per dormire, il problema sta crescendo

Da settimane ormai oltre ai pazienti ci sono decine di persone che passano la notte al pronto soccorso per stare al caldo. Questo però è un problema, come ci dice colui che spesso va a trovare questi senzatetto in difficoltà, il consigliere Stefano Bolognesi

Se durante il giorno il sole splende ancora sopra Torino regalando un po' di calore nonostante sia quasi dicembre, è nella notte che le temperature si abbassano e arriva l'emergenza freddo. Ed è così che tanti senzatetto, pur di non dormire per strada e rischiare la vita (non sono rari i casi di decessi per ipotermia), riempiono i pronto soccorso degli ospedali torinesi. Situazione diventata più che un problema al Martini di via Tofane nel quartiere Pozzo Strada (ve ne abbiamo parlato qui) e che da tre anni segue il consigliere di circoscrizione Tre, Stefano Bolognesi.

Consigliere Bolognesi, le temperature da qualche settimana sono scese sensibilmente. Cosa succede la notte all'ospedale Martini?
In realtà la domanda dovrebbe essere "cosa succede da anni in questo periodo al Martini?" perché questa non è una situazione nuova per il pronto soccorso ma va avanti almeno da cinque anni e sicuramente da tre, da quando con il Movimento Tricolore abbiamo iniziato a fare dei giri notturni e controllare la situazione. Ogni notte ci sono in media quindici persone che nulla hanno a che fare con il pronto soccorso e che non hanno bisogno di cure, ma solo di un posto caldo in cui passare la notte.

Chi sono queste persone?
Sono persone normalissime che magari hanno perso il lavoro e la casa dall'oggi al domani e si sono trovate a dormire per strada. Parlo di uomini e donne, tanti anziani e qualche straniero. Persone che, entrando al pronto soccorso, non si riesce nemmeno a capire che siano disperati. E' una situazione che però non va bene per tanti motivi, primo fra tutti è che il pronto soccorso non è un dormitorio, se passasse questo concetto ogni notte il Martini e gli altri ospedali sarebbero presi d'assalto. Ma dall'altro lato della medaglia non si possono cacciare in mezzo alla strada, sono persone umane e come tali vanno trattate. Anche perché la loro condizione potrebbe essere quella di chiunque un domani.

I giornali, noi in primis, hanno parlato più volte di queste situazioni. Che soluzioni ci sarebbero?
Non ce ne sono molte. Come detto non si possono buttare in mezzo alla strada, morirebbero di freddo od occuperebbero edifici altrui. Allo stesso modo non si possono lasciare lì dentro perché ne risentono le condizioni igienico sanitarie degli ospedali: loro non solo dormono, ma si lavano, per quel che possono, e creano disagio nei pazienti che hanno bisogno di cure mediche. Posto che non si possono lasciare all'abbandono, vorrei che chi sta in alto in comune venisse a vedere con i propri occhi la situazione, che portassero anche gli assistenti sociali per analizzare caso per caso e vedere se e quali diritti hanno e, ultimo ma non per importanza, vorrei un tavolo con l'assessorato alle Politiche Sociali insieme alla Direzione Sanitaria per trovare anche soluzioni diverse che aiutino queste persone. Bisogna capire quali siano i problemi perché se quelle persone vanno lì ci sono dei problemi.

Perché i dormitori non sono una soluzione?
Non è che non lo sono, ma bisogna argomentare. Molti dei senzatetto che passano le notti al Martini sono in attesa di un posto, cosa che può durare anche due o tre mese e quindi è evidente che è un grosso problema. Altri hanno avuto brutte esperienze nei dormitori e ci hanno raccontato di furti continui, risse e tante altre situazioni per cui preferiscono evitarli preferendo una sedia al pronto soccorso. Ma non può andare così, deve essere meglio una brandina al caldo a una sedia o seggiolini di un ospedale.

Quando voi di Movimento Tricolore andate al Martini cosa fate e come siete accolti?
Noi siamo volontari al cento per cento e quando andiamo lo facciamo per aiutare queste persone in difficoltà. Ormai conosciamo quasi tutti coloro che dormono al pronto soccorso e loro conoscono noi, ci parlano, ci raccontano le loro storie e le difficoltà che incontrato tutti i giorni. In molti dicono di aver problemi con la burocrazia e noi, per quel che possiamo, li aiutiamo. Io da consigliere di circoscrizione posso aiutare in qualcosa, ma non per tutti perché non ho la competenza territoriale. Qui si torna al punto di partenza.

Qual è il rischio se nessuno prendesse provvedimenti?
Il rischio è che la situazione continui, come è stato fino a oggi. In passato addirittura un paziente è morto al pronto soccorso perché pare fosse stato scambiato per un senzatetto e non giudicato urgente. I disagi con il freddo aumenteranno, i pazienti "veri" si lamenteranno sempre più e le sedie saranno sempre più piene di gente che dorme e poi la mattina torna a girovagare per Torino sperando di avere una seconda possibilità e di rimettersi in carreggiata. Purtroppo non mancano nemmeno i problemi di ordine pubblico, capita che ci siano persone ubriache intorno all'ospedale.

Per concludere?
Concludo ribadendo che la politica deve farsi carico di queste persone e capire dove siano i problemi. Non basta farli uscire dal pronto soccorso per risolvere tutto, anzi. Queste persone non si sentono tutelate e non si possono lasciare all'abbandono. Se non ci sono abbastanza posti letto per tutti bisogna trovare una soluzione.

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