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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Castellamonte

Ribaltata la sentenza che dava ragione all'infermiera no-vax di Castellamonte: l'Asl non le deve nulla

La donna era stata lasciata a casa senza stipendio per il rifiuto di vaccinarsi

Ribaltata dalla Corte d’appello di Torino la sentenza del tribunale di Ivrea che lo scorso 15 marzo 2022 aveva dato ragione a un'infermiera no-vax di 55 anni del presidio sanitario di Castellamonte che era stata lasciata a casa senza stipendio dall'Asl To4 dal 4 settembre 2021 poiché aveva rifiutato di vaccinarsi, sostenendo che l'azienda sanitaria avrebbe dovuto firmare il consenso informato. Ieri, giovedì 10 novembre 2022, i giudici hanno detto che l'Asl ha fatto bene a lasciarla a casa senza pagarla, accogliendo il ricorso presentato dall'avvocato Andrea Castelnuovo. Ora alla donna, rappresentata dagli avvocati Cinzia Persico e Marco Pinato, non resta che la strada del ricorso in Cassazione per ottenere quanto richiesto (in particolare l'erogazione degli stipendi non pagati).

"La Asl - spiega l'avvocato Castelnuovo a TorinoToday - ha impugnato la sentenza ritenendola errata e fondamentalmente ingiusta, spiegando in un ricorso molto complesso le ragioni che rendevano  insensato  il rifiuto dell’infermiera di vaccinarsi: liberissimo chiunque di non vaccinarsi, ma non è giusto accampare pretese nei confronti del datore di lavoro pubblico, pretendendo retribuzioni senza prestare attività lavorativa. Soprattutto abbiamo spiegato le ragioni per cui è illegittimo pretendere che un’azienda si metta, ogni qualvolta un dipendente decida di non vaccinarsi, alla ricerca col lanternino di un posto di comodo, lontano da tutti, completamente isolato, dove non essere pericoloso per sé e per gli altri. L’Asl ha approvato una delibera con la quale ha disciplinato la situazione riservando i pochissimi posti disponibili ai soggetti fragili, a quelli che per ragioni oggettive e cliniche non possono vaccinarsi, e questo non può andare a loro detrimento in favore di chi, per ragioni il più delle volte antiscientifiche, decida di non vaccinarsi ma pretenda comunque una retribuzione pubblica".

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